Povia sul palco ad alimentare odio e pregiudizi?
Quasi tutti i miei amici sono etero: probabilmente devono ritenersi persone molto fortunate a non essere diventate gay frequentandomi ed io devo essere davvero stupido a non aver ancora capito -visto chi frequento- che mi piacciono le donne. Questo almeno secondo Povia. In un'intervista rilasciata qualche tempo fa a Panorama, infatti, il cantante avrebbe dichiarato che «Gay non si nasce. Lo si diventa in base a chi frequenti. Anche io ho avuto una fase gay: è durata sette mesi, poi l'ho superata. E ho anche convertito due miei amici che credevano di essere gay e invece adesso sono sposati».
Le opinioni sono opinioni e ognuno è libero di credere quello che vuole: certo che se io fossi un personaggio pubblico farei molta più attenzione a fare dichiarazioni discutibili che possano fomentare l'omofobia e che possano arrecare danno a una qualche minoranza.
Fatto sta che Povia non si è accontentato di quanto fatto. Non ci è dato sapere se è davvero convinto o se semplicemente è in cerca di dichiarazioni shock pur di uscire dall'oblio in cui si trova, ma il titolo della sua nuova canzone che verrà presto presentata a San Remo ha già sollevato non poche polemiche: "Luca era gay". Come sarebbe a dire "era"?
Aurelio Mancuso, presidente dell'Arcigay, lancia un allarme: «Da più parti arriva la segnalazione di una curiosa coincidenza: che Luca sia quello stesso che dichiara di essere un ex gay, guarito grazie alle teorie "riparative" di Joseph Nicolosi, cattolico integralista Usa, le cui tesi sono state ampiamente confutate dalla comunità scientifica mondiale?».
L'Arcigay di Cuneo ha lanciato su Facebook il gruppo "Non lasciamo che Povia canti di ex gay a Sanremo". Sulla homepage si legge: «Formiamo un grande gruppo e reagiamo compatti contro la Rai e chi di dovere. Non si può nel 2008 arrivare su un palcoscenico nazionale a sostenere che gay e lesbiche sono malati, sbagliati o immaturi».
Spero fortemente che si tratti di un qui pro quo e che il testo della canzone sia qualcosa del tipo: "Luca era gay e oggi è morto" (anche se dubito viste le dichiarazioni dell'On. Volontè che pare conoscere fin troppo bene il testo della canzone, nonostante questo sia ancora segreto in base al regolamento del festival). In caso contrario Povia dovrebbe vergognarsi e dovrebbero vergognarsi anche i dirigenti della Rai che hanno accettato la canzone. Sono per la libertà di opinione, ma di certo non mi va di pagare con i soldi del mio canone qualcuno che vada sul palco dell'Ariston a manifestare il suo razzismo, sia esso verso i gay o verso una qualsiasi altra minoranza.