Gay Pride a Mosca: 83 gli arrestati
Chi segue i giornali e i siti di cronaca avrà sicuramente avuto occasione di sentire le notizie che giungono da Mosca dove, dopo il divieto di celebrare un Gay Pride, alcuni attivisti per la difesa delle minoranze sessuali hanno cercato comunque di manifestare.
Un centinaio di manifestanti e altrettanti giornalisti russi e stranieri si sono radunati in due piazze della capitale russa. Non appena hanno spiegato le loro bandiere arcobaleno e hanno esposto striscioni con scritte come "L'omofobia è una vergogna per la Russia" e "Diritti uguali per tutti", sono entrati in azione gli agenti delle forze speciali antisommossa.
Il bilancio finale è di 83 arrestati fra cui anche l'organizzatore del Slavic gay pride, Nikolaj Alekseev, e il suo assistente, Nikolaj Baev.
Sempre più spesso negli ultimi anni, le autorità russe vietano qualsiasi manifestazione a sostegno dei diritti gay, trovando appoggio anche nella Chiesa ortodossa russa e nei movimenti tradizionalisti dei cosacchi. E'0 da ricordare anche che in Russia l'omosessualità è stata considerata un crimine nel 1993 e fino al 1999 è stata considerata una malattia mentale.
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