L'Italia che fa la differenza
Affluenza oltre le previsioni per il Genova Pride che si sta avviando verso la conclusione. Gli organizzatori parlano di duecentomila persone in corteo (quarantamila per la Questura) che con le loro bandiere, palloncini e carri allegorici hanno colorato le strade della città ligure.
"L'Italia che fa la differenza" è lo slogan dietro cui si sono riunite decine fra associazioni e gruppi lgbt. Fra i partecipanti anche numerosi eterosessuali che manifestavano per il riconoscimento dei diritti anche di chi non vive la propria sessualità al loro stesso modo, quasi a voler sottolineare che la lotta per i diritti civili non dev'essere limitata solo alla minoranza che ne è direttamente coinvolta in prima persona.
Don Andrea Gallo, che ha partecipato al corteo a bordo del carro della comunità di San Benedetto, ha commentato: «La Carfagna è assente e la Chiesa purtroppo tentenna. Sono qui con tante ragazze e ragazzi gioiosi e contenti. Chi canta amore e libertà non è contro nessuno. Questi ragazzi vogliono uscire dal recinto dell'omofobia, praticamente c'è un gay pestato al giorno. E' una resistenza che dura da anni e anni. Questi sono cittadini che rivendicano i loro diritti. Siamo in un grande grido di gioia».
Fra i personaggi pubblici più contestati negli striscioni e nei cartelli spiccano il Presidente del Consiglio Berlusconi (il "papi") e il Pontefice Benedetto XVI.
Durante il corteo si è purtroppo registrato anche un incidente: una trans che ballava sul carro di Don Gallo ha avuto un infarto ed è stata portata in ambulanza al reparto di rianimazione dell'ospedale Galliera. Secondo le prime dichiarazioni, le sue condizioni starebbero migliorando.
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