La polizia scheda i gay?
Tutto ha avuto inizio qualche giorno fa quando Il Giornale diretto da Vittorio Felrti ha lanciato dalle pagine del suo giornale un attacco a Dino Boffo, direttore di Avvenire (giornale dei vescovi italiani).
Secondo Il Giornale, Boffo sarebbe stato rinviato a giudizio per molestie sessuali ai danni del marito della donna che presentò denuncia.
Il Giornale, di proprietà di Silvio Berlusconi, ha pubblicato alcuni stralci delle informative che riguardano la vicenda:
Il Boffo è stato a suo tempo querelato da una signora di Terni destinataria di telefonate sconce e offensive e di pedinamenti volti a intimidirla, onde lasciasse libero il marito con il quale il Boffo, noto omosessuale già attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni, aveva una relazione. Rinviato a giudizio il Boffo chiedeva il patteggiamento e, in data 7 settembre del 2004, pagava un'ammenda di 516 euro, alternativa ai sei mesi di reclusione. Precedentemente il Boffo aveva tacitato con un notevole risarcimento finanziario la parte offesa che, per questo motivo, aveva ritirato la querela.
Al di là dei fatti politi (sono in molti a storcere il naso nel vedere che Il Giornale di Silvio Berlusconi pare aver attaccato Boffo proprio in concomitanza con gli attacchi di Avvenire al suo governo) la frase "noto omosessuale già attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni" non è passata inosservata.
Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, presenterà un'interrogazione al Ministro dell'Interno Maroni per sapere se davvero i corpi di polizia, evidentemente su disposizione delle autorità politiche, stanno schedando gli omosessuali alla stessa stregua di Mussolini ed Hitler.
«Chiediamo che venga fatta chiarezza -afferma Di Pietro- per sapere se è vero o no quanto riportato da 'Il Giornale' e cioè che esiste un rapporto della polizia che segnala lo stato di omosessualità del Boffo e se questo debba essere oggetto di un rapporto di polizia giacché per i fatti reato commessi dal Boffo è già intervenuta sentenza penale».
Via Asca.
Update 31/08/2009: Il capo della polizia, su richiesta del ministro Roberto Maroni, ha precisato che non esistono informative sulle abitudini sessuali del direttore di "Avvenire" e che gli omosessuali non vengono schedati. Allo stesso tempo "Il Giornale" ha pubblicato quello che sostiene essere l'originale dell'informativa in questione, dove la frase sotto accusa è presente.
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