Si parla di gay ed omofobia: scatta la rissa in TV
Non c'è che dire: litigare in televisione parlando di omosessualità pare essere diventata una moda. Dopo il putiferio nato nello studio di Pomeriggio 5 qualche giorno fa, anche a "La vita in diretta" su Rai Uno una discussione sui diritti lgbt e sull'omofobia è degenerata in una mezza rissa.
Gli ospiti della puntata sembravano scelti col lanternino per essere quasi certi che in studio non sarebbe regnato il dialogo: a trattare l'argomento c'erano Franco Grillini, presidente onorario dell'Arcigay, il giornalista Pierluigi Diaco, la parlamentare Alessandra Mussolini (già ospite di Pomeriggio 5), Luca Giordano, Mr. Gay Italia in carica, e Andrea Peracchio, un ragazzo torinese ripudiato dalla famiglia dopo il coming out.
Dopo la messa in onda di un servizio su Luca Giordano, la Mussolini ha iniziato a parlare (come già fatto altre volte) di quanto si sentirebbe a disagio ad avere un figlio gay. Pronta la replica di Grillini che le ha ricordato quanto pesi sulla sua cultura l'essere nipote del Duce. Un'affermazione, quest'ultima, che già in passato aveva sollevato le ire della parlamentare.
Da qui l'inizio del siparietto: la Mussolini si è seduta sulle gambe di un'ospite accantio a lei dicendo che si rifiutava di restare vicino a Grillini e via ad una serie di botta e risposta fini a sé stessi.
La discussione si è poi spostata sull'Arcigay: da un lato Diaco l'ha definita un'associazione «autoritaria che si arroga il diritto di marchiare chiunque come omosessuali e che vuole esercitare su di loro una dittatura ormai insopportabile», parlando poi dell'inchiesta condotta da Gay.it sull'associazione.
Franco Grillini ha poi cambiato discorso, parlando della manifestazione contro le discriminazioni prevista per il 10 ottobre a Roma.
Il tutto nell'ormai tristemente classico clima confuso e litigioso dei talk show italiani, con richiami all'ordine da parte del conduttore poco convincenti. Il risultato è stata la solita discussione sterile ma che probabilmente grazie alle liti ha sortito effetti più positivi sull'audience rispetto a quanto avrebbe potuto registrare una discussione seria e costruttiva.
Via: Gay.it