Il popolo dei due spiriti
Gli Indiani d'America hanno sempre avuto una cultura piuttosto liberale. Un tempo ognuno di loro poteva anche seguire la propria sessualità come meglio credeva: gli uomini potevano diventare cacciatori e guerrieri, così come potevano tranquillamente decidere di vestire abiti femminili e di restare al villaggio per sbrigare le faccende domestiche. Allo stesso modo le donne che si sottoponevano alla cerimonia di iniziazione potevano diventare guerrieri o cacciatrici e potevano sposare un'altra donna che svolgeva i compiti femminili al villaggio.
Questo, perlomeno, fino all'arrivo dell'uomo bianco. Gli inglesi, infatti, durante i loro attacchi ai villaggi riservarono particolare ferocia nei confronti dei berdache (termine con cui chiamavano i gay e le lesbiche indiane). Per difendersi, i gay iniziarono così a camuffarsi da etero per non essere riconosciuti dagli aggressori.
Negli anni successivi, dopo la tregua stretta con il governo degli Stati Uniti, le cose non migliorarono, anzi. Gli indiani si fecero condizionare dai discorsi omofobi dei bianchi al punto da mutare il loro pensiero ed iniziare a considerare l'omosessualità come un male ed una vergogna.
Solo verso l'inizio del secolo i gay e le lesbiche indiane (chiamati "popolo dei due spiriti") riuscirono a riconquistare almeno in parte i loro diritti. Pur non godendo del rispetto che avevano nel periodo antecedente alla scoperta dell'America, non sono neppure sono vittima di atteggiamenti particolarmente persecutori (in altre parole, la loro condizione potrebbe semplicisticamente essere paragonata a quella dei gay nel nostro Paese).