Libero risarcisce il Circolo Pink con 15mila euro


I fatti risalgono al 21 agosto 2003. Una giornalista, presentatasi come facente parte della redazione de "la Voce di Mantova" chiese un'intervista a Gianni Zardini, presidente del Circolo Pink (un'associazione veronese per la difesa dei diritti gay), all'indomani di una manifestazione di protesta contro l'arrivo del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
L'intervista venne pubblicata, ma non da "La voce", ma bensì nelle pagine di "Libero" (per giunta con la firma di una giornalista on un nome diverso da quello con cui si era presentata l'autrice della telefonata). Nell'articolo il circolo veniva descritto come un «calderone di lesbiche, gay, transessuali ma anche circolo con un occhio di riguardo ai pedofili. La scritta all'ingresso di via Scrimiari numero 7 (fatta con il pennarello nera, proprio a cento metri da un asilo infantile) lo spiega bene: "I gay, gli omosessuali, i pedofili, le lesbiche sanno arrangiarsi. Evviva"».
Immediata fu la denuncia per diffamazione da parte del circolo, richiesta che venne accolta dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Monza aveva nel maggio del 2008. In quell'occasione venne disposto il rinvio a giudizio per la giornalista Cristiana Lodi e l'ex direttore responsabile Alessandro Sallusti.
A sette anni dai fatto e dopo alcuni interventi in aula, la vicenda è giunta ad una conclusione: a mettere la parola "fine" non è stato un verdetto della giustizia ordinaria, ma un accordo fra le parti: Libero si è impegnato a versare la somma di 15mila euro all'associazione in cambio del ritiro della querela.
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