Stuprato, picchiato e derubato perché gay
L'Italia è stata ancora una volta il teatro di un nuovo caso di omofobia, questa volta dai risvolti ancor più preoccupanti e violenti del solito.
I fatti -resi pubblici solo in questi giorni- risalgono al 25 agosto scorso, quando un giovane è stato aggredito, picchiato, derubato e stuprato a Rimini. Il giovane, al quale l'ospedale ha dato ben 25 giorni di prognosi, ha denunciato il suo aggressore e l'uomo è già stato fermato dalle forze dell'ordine.
L'uomo, che in passato era già stato denunciato per lo stupro di una donna, ha dichiarato di non essere omosessuale, ma di aver agito in quel modo perché quel ragazzo gli faceva schifo in quanto gay. Ai suoi occhi, dunque, lo stupro non era altro che una "punizione corporale" per "punire" con ancor più violenza rispetto alla sola aggressione e rapina la sua vittima, reo di gusti sessuali che lui non condivideva.
E' stato l'Arcigay di Rimini a rendere nota la vicenda, denunciando anche come il quotidiano "La Voce di Rimini" abbia cercato di sminuire i fatti facendo passare il tutto come una notte di sesso fra due uomini ubriachi, single ed in vacanza. Va detto, però, che la ricostruzione effettuata dalle forze dell'ordine pare avvalorare la versione fornita da Arcigay, smentendo quella della stampa locale.