Libero si scaglia contro i gay
Chissà se Vittorio Sbarbi aveva ragione quando aveva ipotizzato che la campagna elettorale della destra avrebbe preso di mira i gay per cercare di screditare Vendola, loro avversario politico ed omosessuale dichiarato. Certo è che guardando la prima pagina di Libero di ieri, un dubbio viene...
In prima pagina, infatti, compare un articolo di Francesca Specchia dal titolo "Alta froceria: all'Università insegnano a fare gli omosessuali!". Notizia che fa riferimento alla creazione di un corso facoltativo sulla cultura omosessuale organizzato presso l'Università Statale di Milano.
Proviamo a leggere.
Alta froceria. Chissà se, tra una lezione e l’altra, risuoneranno i Village People; se verrà recitato "La lingua perduta della gru" del finissimo David Leavitt; se saranno proiettate le puntate dei Simpson in cui il religiosissimo Nell Flanders scopre che il figlio è una checca o quella in cui Jerry Rude ospita delle gladiatrici lesbiche nel suo talk show».
L'incipit non sicuramente dei migliori ed il tentativo di fare dell'ironia non gli è riuscito un granché. L'articolo, però, pare non risollevarsi neppure nella pagina interne. Dopo la curiosa teoria sul fatto che quel corso "insegni a fare i gay" (forse anche un bambino capirebbe che in realtà parlare di omosessualità non vuoi dire "fare gli omosessuali"), il giornalista spiega anche una curiosa sulla inutilità di fare qualcosa davanti agli episodi omofobi:
I prof spiegano che il suddetto corso è la reazione, evocata dal collettivo gay universitario, "all'attacco omofobo subito da un ragazzo in Statale". Il che è come dire che se ti fottono il motorino sotto la facoltà, il giorno dopo urge un seminario su "Furto con destrezza tra motocicli di piccola cilindrata: eziologia dei processi cognitivi", 15 lezioni e 4 crediti: così la gente capisce che rubare non è politicamente corretto.
A far pensare ad un'associazione con un clima di campagna elettorale, invece, è anche la foto di apertura proposta dal quotidiano. Lì si vede Berlusconi che passa il Natale in famiglia (con i figli, i loro compagni ed i nipotini... il tutto per dare l'idea di un contesto familiare e nella quale la gran folla non fa notare neppure troppo che lì manca una moglie). La stessa immagine era anche già apparsa sulla copertina di "Chi", una delle riviste dirette Alfonso Signorini, personaggio di cui molto si è parlato in questi giorni dopo lo spazio concesso ad una telefonata a Berlusconi (presentato come "Lui", "il numero uno") mentre nel suo programma di gossip si stava parlando ironicamente di Massimo D'Alema. Una grande occasione per il presidente di parlare male della sinistra e dei magistrati ad un pubblico che difficilmente segue telegiornali o programmi di approfondimento politico.
Ancora una volta auguriamoci che sia una casualità e che l'ipotesi paventata da Sgarbi si possa rivelare infondata. Anche perché il rischio che articoli come questo possano andare ad alimentare ulteriormente l'omofobia già presente nel Paese è più che reale.