Berlusconi: «Mai equiparazioni tra le coppie gay e la famiglia tradizionale»
«Finché governeremo noi non ci saranno mai equiparazioni tra le coppie gay e la famiglia tradizionale, così come non saranno mai possibili le adozioni di bambini per i single e per le coppie omosessuali». E' quanto ha Silvio Berlusconi intervenendo ieri al Congresso nazionale dei Cristiani Riformisti.
Se negli Stati Uniti Obama apre alle coppie gay, queste parole lasciano comprendere perfettamente come da noi tiri un'area ben diversa, perlomeno sotto l'attuale governo.
Divagando un po', vale la pena spendere due parole anche sul contesto in cui la frese è stata pronunciata. Il manifesto dei Cristiani Riformisti -organizzatori della manifestazione- recita: «Un vero, sano e costruttivo progetto politico deve avere principi e valori che lo fondino, altrimenti tutto diventa lecito, tutto consentito e la politica non può che divenire l'aberrazione di sé stessa. Occorre ripartire da un riscatto etico-morale che, prima umano e poi politico consenta una cesura con il passato e una speranza per l'avvenire». Ospite d'onore, Silvio Berlusconi.
Calcolando gli attuali guai giudiziari del primo ministro, i suoi ormai famosi festini di Arcore, il divorzio nel 1985 da Carla Dall'Oglio e la separazione nel 2009 da Veronica Lario, fa sorridere che sia stato chiamato proprio lui per incarnare i valori della famiglia. Il dubbio è che nel loro "tutto consentito" o nel "riscatto etico-morale" venga data priorità all'impedire che due persone dello stesso sesso possano amarsi anziché concentrasi sulla qualità di un rapporto, quasi se la facciata sia più importante della sostanza.
Ma ad impedirci di sorridere davanti a questa contraddizione in termini è il fatto che il governo non solo li sta ad ascoltare, ma li rassicura anche.