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Questa legge non s'ha da fare

Come preannunciato, la legge contro l'omofobia (nella sua formula originale) è approdata in aula ieri mattina. Ad attenderla, però, c'era la chiusura di Pdl, Lega ed Udc.
Dai banchi dell'aula non sono mancate frasi offensive e ricche di ignoranza di chi ha tentato di associare l'omosessualità alla pedofilia o di sostenere che l'omosessualità non meriti tutela per non correre il rischio di «promuovere uno stile di vita».
E poco importa se anche un bambino capirebbe che una maggiore tutela della comunità lgbt non porterebbe ad una "trasformazione" degli eterosessuali in gay, ma al massimo permetterebbe ad alcuni gay che vivono nell'ombra a poter convivere più serenamente con il proprio orientamento sessuale, evitando conseguenze gravi come depressioni o anche suicidi. Un'attenzione verso i singoli che forse poco interessa ad un governo dei pochi, dove non ci si vergogna a dire che una ragazza di 16 anni debba avere il diritto di dar via il proprio corpo mentre ci si scandalizza davanti a due persone dello stesso sesso che si amano.
Il tutto si è così concluso con un nuovo rinvio della discussione a giugno e la presentazione di tre pregiudiziali di costituzionalità distinte da parte di Pdl, Lega e Udc (le stesse che già in passato avevano bloccato l'iter della legge).
D'altra parte non ci si sarebbe potuto aspettare nulla di diverso, soprattutto in questo periodo storico dove, in vista dei ballottaggi delle comunali, le forze di maggioranza stanno facendo la propria campagna elettorale proprio facendo leva su omofobia e xenofobia (o più in generale sui più bassi istinti razzisti e di menefreghismo) per accaparrarsi voti a Milano. E così il quotidiano Libero dice apertamente di non votare per Pisapia se non si vuole trasformare Milano in una mecca per i gay (foto) ed Il Giornale lancia accuse verso Tettamanzi, definendolo colpevole di fornire il suo aiuto ad atei, gay e drogati (anche se, forse, il vero problema è il fatto che non si è schierato dalla loro parte, costringendo i militanti del Pdl ad andare ad elemosinare voti fuori dalla chiese cittadine nonostante l'accoglienza non sempre calorosa).
Infine c'è la Lega, sostenitrice di una curiosa tesi secondo cui il tutelare una minoranza significherebbe creare una disparità a danno degli eterosessuali. E, ovviamente, nulla conta se nel resto d'Europa le leggi vanno in quella direzione e se in Italia esistono già norme simili a tutela di altre minoranze, fornendo aggravanti nei casi di aggressione motivata da questioni razziali o religiose.


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