Strumentalizzazioni
Oggi è stata la giornata della beatificazione di papa Giovanni Paolo II. Curioso, però, è notare come i telegiornali italiani pare abbiano preferito parlare del papi piuttosto che del papa.
Tg1, Tg2, Tg4, Tg5, Studio aperto e i giornali radio Rai hanno ritenuto di mandare in onda dei filmati dove il nostro premier racconta di quanto fosse vicino a Karol Wojtyla. A riprova sono state mostrate anche numerose fotografie che li ritraevano assieme durante gli incontri istituzionali (e a poco importa se proprio per la loro natura erano parte dei suoi impegni da pontefice, senza sottintendere necessariamente una posizione a favore o contraria all'interlocutore).
Ora, passi che siamo in campagna elettorale e che Wojtyla è amato da una fetta significativa dell'elettorato, ma certe strumentalizzazioni rischiano di risultare a dir poco di cattivo gusto.
Così some può risultare anche di cattivo gusto il fatto che un divorziato (contro quanto previsto dai dogmi della Chiesa) abbia colto l'occasione per sostenere di non voler approvare «norme che siano in contrasto con la tradizione cristiana» in omaggio al defunto pontefice (il riferimento è alla legge sulla bioetica in discussione alla Camera, ma anche l'uso di due pesi e due misure fra i suoi interessi personali e quelli degli altri non passa facilmente inosservato).
Una promessa, inoltre, che appare anche un po' come una minaccia, sostenendo che uno stato laico come l'Italia non debba approvare leggi che non siano state validate dal mondo religioso (esattamente come accade in alcuni stati integralisti). E pensare che è stato proprio Wojtyla a lavorare per una separazione netta fra Stato e Chiesa e certe parole paiono più contrarie alla sua volontà che in suo onore (ma forse utili per cercare di accaparrasi i voti degli elettori cattolici).