L'Italia in sciopero: resta il licenziamento facile ed arriva l'innalzamento dell'Iva
Migliaia di lavoratori sono scesi in piazza stamattina per manifestare contro la manovra economica e, in particolare, contro la possibilità per le aziende di scavalcare i contratti nazionali di lavoro e contro la scomparsa di alcuni punti riguardanti la lotta all'evasione fiscale (che ora sarà perlopiù affidata ad alcuni spot televisivi che chiederanno a chi non ha mai pagato le tasse di iniziare a farlo). Rimarrà invece il carcere per chi evade almeno 3 milioni di euro (una somma molto elevata che ben pochi si possono permettere di raggiungere), ma è stata tolta la retroattività della norma, salvaguardando chi ha già rubato in passato.
Nonostante la partecipazione alla manifestazione di oggi sia stata stimata intorno al 60% dei lavoratori, per il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, si tratta di una percentuale "bassa" e di cancellare l'articolo 8 «non se ne parla proprio» (queste le sue testuali parole affidate ad una nota).
Intanto Berlusconi ha tenuto nel pomeriggio a Palazzo Grazioli un nuovo vertice con gli esponenti di Pdl e Lega, durante il quale sarebbero state decise una serie di modifiche aggiuntive, fra cui l'innalzamento di un punto percentuale dell'Iva, la re-introduzione del contributo di solidarietà per i più ricchi (determinati in base ad una soglia di 300mila euro di reddito) e l'innalzamento dell'età pensionabile delle donne del settore privato a partire dal 2014. Si prevede, inoltre, l'inserimento immediato nella costituzione dell'obbligo al pareggio di bilancio e l'abolizione delle province.
Il tutto, probabilmente, sarà inserito in un maxi emendamento che verrà blindato in fase di voto dalla fiducia, della quale si starebbe discutendo proprio in questi minuti al consiglio dei ministri.
A dare un po' di colore alla giornata anche i tentativi della stampa più vicina a Sivio Berlusconi di sostenere le sue manovre. Ad esempio il quotidiano Libero, che per tutta la mattinata ha sostenuto che gli stipendi in Italia siano bassi per colpa delle proteste sindacali, nel pomeriggio è arrivato a titolare sul proprio sito internet "Il governo aumenterà l'Iva per non alzare le tasse". Evidentemente qualcuno deve aver poi spiegato a Belpietro che l'Iva è a tutti gli effetti una tassa (per giunta applicata ad ogni fase di lavorazione, portando così ad un aumento percentuale sul prezzo finale ben maggiore all'1 per cento) ed il titolo è così modificato poche decine di minuti più tardi in un più vago "Il governo aumenterà l'Iva per non fare i tagli".
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