Minzolini censurò un servizio sui matrimoni gay
I fatti risalgono al 26 giugno scorso, quando nel corso del Tg1 delle 20 venne trasmesso un servizio dal titolo "I matrimoni gay nella chiesa valdese", dedicato per l'appunto alla prima unione fra due uomini celebrata in Italia in un tempio valdese. Il pezzo era stato realizzato da un giornalista della sede Rai di Milano per il TG regionale e poi passato a quello nazionale. Peccato, però, che quello andato in onda sul Tg1 sia stato un servizio "depurato" da qualsiasi riferimento che potesse risultare "scomodo".
A denunciare il fatto è stato lo stesso Consiglio di redazione del TGR Lombardia che ha inviato un esposto per censura all'Ordine dei Giornalisti contro il direttore del telegiornale di Rai Uno, Augusto Minzolini. Secondo il CdR lombardo, infatti, non solo ci sarebbero stati dei tagli, ma questi avrebbero modificato l'intero servizio «nel senso e nella struttura».
A finire fra le forbici sono stati tre passaggi: quello in cui Guido Scelsi dall'altare ha promesso fedeltà al compagno (con la formula «Ciro, mi dono a te, ti amo. Confido in te e in te mi rallegro»), quella in cui il pastore valdese Giuseppe Platone si è mostrato critico verso la mancanza in Italia di una legge sui matrimoni gay («Noi non celebriamo questa mattina un matrimonio gay. Quello che faremo non ha nessun valore giuridico perché siamo in un Paese che su questo punto è completamente assente» e la chiusura in cui veniva annunciata l'intenzione da parte del sindaco Giuliano Pisapia di istituire il registro delle unioni di fatto a Milano.
Il tutto, ovviamente, senza comunicare assolutamente nulla all'autore del servizio (nonostante l'ampio anticipo con cui il tutto era stato consegnato), il quale avrebbe avuto il diritto di discutere delle modifiche e, eventualmente, di chiedere la rimozione del proprio nome dal nuovo montaggio.
Nel suo esposto il CdR lombardo ha segnalato anche altri casi di tensione fra la loro redazione e quella del Tg1, come accaduto in occasione di alcuni servizi riguardanti i processi a carico di Silvio Berlusconi o nel caso di altri pezzi giudiziari richiesti da Roma e poi misteriosamente "sfilati" all'ultimo momento.