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Ciarrapico si dice nostalgico del fascismo e dei tempi in cui il duce mandava i gay in miniera

Non è una novità che Giuseppe Ciarrapico, senatore in forza al Pdl e pagato dalla collettività, faccia un vero e proprio vanto dei suoi ideali fasciti e del suo odio verso l'omosessualità. Ed è così che nel corso della trasmissione radiofonica La Zanzara di Radio 24, il senatore non ha esitato ad dichiarato: «Due gay che si baciano mi fanno schifo. Durante il fascismo venivano mandati a Carbonia, scavavano e stavano benissimo. Oggi non vale nemmeno la pena mandarceli».
Non pago delle sue affermazioni, il plurindagato onorevole (coinvolto in inchieste per ricettazione, per finanziamento illecito ai partiti, per stalking a mezzo stampa e per truffa aggravata) ha pensato bene di prendere le difese di un altro omofobo della scena politica italia, l'ex-sottosegretatio Carlo Giovanardi: «In questo Paese i gay non si possono attaccare, ma io preferisco la farfallina di Belen. In Italia oggi ti devono piacere per forza i gay, ma a me piacciono le donne. Per fortuna vedo gli omosessuali una volta l'anno durante il gay pride, poi basta».
Ormai a briglie sciolte, Ciarrapico ha preso le difese anche di Mario Vattani (il console sospeso per aver fatto il saluto romano durante un concerto), affermando: «E che male c'è? Io il saluto lo faccio abitualmente, ma in maniera seria. Lo faccio quando vado a Predappio davanti alla tomba del Duce. Ora vogliono mettere sotto processo Vattani, e in nome della libertà di opinione. Assurdo».
Poi, rivolto al suo partito, critica la scelta del nuovo inno del Pdl suggerendo: «Fosse per me sceglierei l'Inno a Roma del fascismo, mi piace solo quello, il sole che sorge libero e giocondo».


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