Alfano contro le nozze gay. Pontifex lo plaude e rilancia
Data la linea omofoba e spesso integralista del sito "cattolico" Pontifex, non so quanto possa far piacere ricevere il suo plauso. Fatto sta che le affermazioni di Angelino Alfano, il segretario del Pdl, hanno risvegliato l'interesse del suo direttore, Bruno Volpe. Sotto attacco -tanto per cambiare- i gay a cui Alfano promette battaglia per non consentire il riconoscimento delle coppie di fatto o di matrimoni fra persone dello stesso sesso.
E così mentre in Inghilterra il premier conservatore David Cameron ha ribadito il suo sì ai matrimoni gay e in tutto il resto d'Europa si registra un'apertura (anche da parte di alcune Chiese, come quella luterana), l'Italia conferma ancora una volta la sua posizione retrograda, in cui si preferisce fare propaganda sulla negazione dei diritti anziché sull'estensione di quelli esistenti.
Ma Pontifex non si ferma qui. Richiamando le parole di Monsignor Babini (il Vescovo di Grosseto che si era spinto fino a giustificare la violenza contro i gay), rivanga la sua tesi secondo cui l'omosessualità sarebbe un atto «contro natura» ed «evidentemente sconveniente».
E così, rafforzati nella loro omofobia dalle parole del segretario, rilanciano: «Chiediamo, tuttavia, ad Alfano di andare oltre, sia coerente. Le associazioni che oggi perorano i diritti dei gay (cosa ben diversa dagli omosessuali casti ai quali va tutta la solidarietà e la misericordia) sono oltre che inutili, persino dannose e forse contro legge, dato che insegnano ai minorenni nozioni sbagliate sulla vita di coppia e sulla sessualità, inoltre cercano in tutti i modi di fare censura e di sovvertire, probabilmente, principi costituzionali».
Insomma, chi non sostiene che un gay debba vivere in assoluta castità (magari flagellandosi o indossando cilici, già che ci siamo) a loro parare compie un atto illegale. Il tutto sulla base del fatto che nella Costituzione si fa riferimento alla "prole" e, dunque, a loro parere è sottintesa implicitamente l'illegalità di ogni altra forma di unione che non sia quella di uomo e donna. «La norma a livello letterale, non parla di uomo e donna -si legge- ma successivamente, la stessa costituzione fa riferimento chiaro alla prole e dunque la famiglia della Costituzione è quella sorta dal coniugio di due persone di sesso opposto. Certo, esiste anche l'art. 2 della Costituzione, che favorisce lo svilupparsi della persona umana, ma questo sviluppo va inteso in senso di responsabilità e di eticità delle scelte».
Ed è così che con qualche semplice interpretazione di quanto scritto si può giungere alla loro tesi (inutile dire che, così facendo, si potrebbe sostenere tranquillamente tutto ed il contrario di tutto), mettendo poi da parte le eventuali incongruenze che dovessero nascerne, come la presenza di coppie senza figli o di coppie sterili (un dubbio che si legge anche nei commenti e a cui qualcuno ha risposto sostenendo che «Nella Bibbia si legge tante vole e si apprende anche che con la fede, anche la donna sterile o in menopausa, ha generato vita»... quindi, in altre parole, basterebbe solo inserire nella Costituzione il riferimento alla possibilità di eventuali miracoli per far filare il ragionamento... ovvio, no?).
L'odio di Bruno Volpe verso le associazioni gay e verso la loro mancanza di oscurantismo è ribadita anche nel finale dell'editoriale: «Allo stato, le associazioni che promuovono la cultura gay, altro non fanno che favorire scelte contro natura e sicuramente fortemente dannose per il grave problema della denantalità. Diciamo loro un chiaro no. Non vi vogliamo» (con buona pace per il messaggio di accoglienza che è insito nel cristianesimo).
A questo punto, però, più che prenderla con le posizioni note ed omofobe di Pontifex verrebbe da porre una domanda al Popolo della Libertà: è davvero con questa questa gente e con queste posizioni che volete mescolarvi?
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