Giovanardi contro Priscilla
Ormai la sua sembra quasi un'ossessione. L'ex sottosegretario alla famiglia, Carlo Giovanardi, pare non perda occasione per attaccare tutto ciò che è legato alla comunità lgbt. A volte viene quasi da immaginarselo lì, tutto indaffarato alla ricerca di eventi o notizie che gli consentano di poter esternare la sua contrarietà e i suoi «Non va bene», «Non si fa», «Il matrimonio è solo fra uomo e donna».
Dopo i noti attacchi all'Ikea, ai videogiochi e alle donne che si baciano in pubblico, Giovanardi ora se la prende con "Priscilla", il musical in scena Milano e che narra le vicende di tre cantanti travestiti, di cui uno con un figlio di otto anni.
L'occasione è stata l'intervista rilasciata alla trasmissione internet "Klauscondicio" (che in più casi gli ha fornito lo spunto per le sue esternazioni), nella quale ha affermato: «Credo che un padre che si rivela gay al proprio figlio di otto anni possa creargli dei problemi. Può capitare anche che un bambino abbia un padre o una madre che possono avere dei problemi, delle patologie. Chi si trova a vivere situazioni di questo tipo, anche nei confronti delle altre famiglie e degli altri bambini, qualche problema ce l'ha. Credo che un bambino di otto anni faccia fatica a orientarsi e a capire la situazione in cui si trova a vivere, confrontandola con altre. Secondo me qualche domanda se la pone».
Inutile dire che nello spettacolo, ispirato al famoso film australiano del 1994 di Stephen Elliott, il bambino accetta candidamente la natura omosessuale del padre, ma secondo l'ex sottosegretario quella è solo finzione. D'altra parte la scusa di essere contrari ai rapporti gay in difesa dei bambini (che spesso dimostrano di avere molti meno preconcetti dei genitori) è una motivazione spesso addotta da chi vuole nascondere la propria omofobia (ad esempio la scusa utilizzata anche da Scilipoti e persino dal distretto di San Pietroburgo per giustificare la loro legge contro il coming-out).