Il Giornale pubblica una lettera dell'omofoba Agapo, presentandola come un'associazione gay


In un articolo apparso su Il Giornale dal titolo "Da genitori di gay diciamo no alle coppie di fatto", il quotidiano di casa Berlusconi ha tentato di sostenere, attraverso la pubblicazione di una lettera aperta, che persino i genitori di ragazzi omosessuali sono contrari all'istituzione del regi­stro per le coppie di fatto nel comune di Milano.
Peccato, però, che quella che viene presentata come un'«associazione di parenti e amici di gay» sia in realtà l'Agapo, un gruppo che asserisce di voler curare i gay con la preghiera.
Non stupisce, quindi, che nel testo si trovino frasi che appaiono fuori da ogni realtà. Ad esempio viene presentata una curiosa formula matematica, «secondo cui la relazione tra due uguali è uguale a quella tra due differenti, vale come a dire che A+A=A+B. Ciò non è veritiero e ciò che non è vero non può esse­re buono». Ed ancora: «L'omosessualità non è certamente da con­siderarsi una patologia, tuttavia in nessuna fase della storia e in nessuna civiltà, è mai esistita la famiglia gay, neanche in epoche in cui la pratica omosessuale godeva di alto prestigio sociale, come quella tardo romana. Equiparare ora la relazio­ne omosessuale alla fa­miglia comune rischia di far apparire l'intera storia umana come gran­de complotto contro l'omosessualità e, peg­gio, contro le persone omosessuali stesse, creando con questa distorsione della realtà ulteriore disagio nei nostri figli».
Insomma, parole che ben pochi genitori sarebbero capaci di pronunciare, ancor più nell'ottica di ottenere che i propri figli non abbiano gli stessi diritti degli altri.

A dar risalto alla lettera, però, sono stati anche altri quotidiani cattolici e di destra (come Libero ed Avvenire), motivo che ha spinto Arcigay ed altre associazioni del mondo lgbt a diramare un comunicato in cui si precisa che i genitori dell'Agendo (la ben più nota associazione di genitori di figli gay) «sono invece perfettamente d'accordo nel chiedere il pieno accesso al matrimonio civile per gli omosessuali e nel sostenere la delibera per le unioni civili in discussione a Milano, oltre a qualsiasi iniziativa legislativa orientata all'uguaglianza di gay, lesbiche, bisessuali, transessuali e intersessuali».
Nel comunicato viene fatto notare anche che l'Agapo «confonde volutamente le acque presentandosi come rappresentante dei genitori delle persone omosessuali, ma senza rendere noti il numero di soci e di sedicenti genitori che la compongono. Sarebbe bello sapere chi è il presidente di questa associazione, visto che nessun comunicato è firmato, e vorremmo anche sapere quali figli omosessuali loro rappresentano [...] Che credibilità possono avere i membri di una tale associazione? Le loro pseudo verità intrise di dogmi religiosi e la continua considerazione dell'omosessualità come "un problema" e qualcosa che si può curare a suon di preghiere e genuflessioni non possono avere a Milano nessuno spazio se non l'angolo della vergogna. I genitori di omosessuali rappresentati da Agedo, proprio perché amano i loro figli, non li considerano qualcosa di difettoso da riparare, ma un bene prezioso legato alla diversità. Il Comune approvi il registro e condanni sempre l'omofobia in tutte le sue forme».
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