Ortodossi russi chiedono l'oscuramento di Facebook: le nuove icone promuovono l'omosessualità
Secondo quanto riportato da Russia Today (un network di informazione finanziato dal governo russo), un gruppo di attivisti ortodossi delle cittadina meridionale di Saratov ha accusato Facebook di aver infranto le leggi regionali contro la fantomatica "propaganda gay" a causa dell'introduzione di icone specifiche che contraddistinguano i matrimoni celebrati fra persone dello stesso sesso.
Presa carta e penna, il gruppo ha spedito al social network un ultimatum in cui ha intimato entro 24 ore l'annullamento della modifica e la cancellazione di tutto il materiale gay dalle loro pagine. Ma, una volta scaduti i tempi e constatato che la richiesta è stata giustamente ignorata, hanno deciso di chiedere al governo l'oscuramento di Facebook su tutto il territorio nazionale della federazione, sostenendo che i suoi contenuti «diffondano l'omosessualità fra i minori» (curioso che nel mondo esistano ancora degli eterosessuali se è sufficiente guardare un disegno per diventare gay, ndr).
Gli attivisti stanno anche sfruttando la diffusa omofobia per lanciare una petizione, con l'obiettivo di coinvolgere anche la Duma una volta raggiunto l'obiettivo del milione di firme. E, giusto per non farsi mancare nulla, Ryazan Arkhangelsk (il loro leader) ha anche rispolverato alcuni slogan della guerra fredda, affermando che «L'obiettivo degli Stati Uniti è che i russi smettere di avere figli» (tesi curiosa, dato che gli stessi statunitensi accedono tranquillamente a quei contenuti senza estinguersi).