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Si è separata la prima coppia gay registrata

Era il 2007. Padova era guidata dal centrosinistra e, grazie anche all'intervento dell'ex presidente dell'Arcigay del Veneto, fece da apripista nella costituzione di un registro per riconoscimento anagrafico delle unioni civili.
La prima coppia gay a beneficiarne fu quella composta da Tommaso Grandis e Giorgio Perissinotto, già conviventi da ben nove anni. La loro storia, però, è durata solo altri tre anni, finendo nel 2010.
Lo si apprende solo ora, dopo l'annuncio da parte di Tommaso: «Con il mio ex compagno Giorgio siamo stati insieme oltre 12 anni, tre dei quali con la certificazione del Comune. Poi è finita. D'altronde non ci eravamo sposati davanti a Dio, né avevamo promesso di amarci tutta la vita. Il nostro era solo un modo per prendersi cura l'uno dell'altro».
Come spesso accade in questi casi, alcuni sciacalli hanno pensato bene di usare la vicenda per cercare di attaccare l'idea stessa di unione gay. Non manca chi pone come presupposto il fatto che i gay non abbiano specificità e che un singolo caso valga per tutti, altri che negano l'esistenza di torture e divorzi anche fra le coppie eterosessuali, altri ancora che la buttano sul religioso a causa di quei riferimenti a Dio e ad un limitato impegno.
Fra i commenti lasciati sul sito de Il Giornale c'è chi si spinge perfino a parlare dei gay come di una razza a parte, utilizzando toni da documentario della National Geographic: «La sessualità dei gay -si legge- è caratterizzata da un'alta instabilità relazionale. A S. Francisco l'omosessuale riesce ad avere rapporti con numerosi soggetti nel corso di una sola notte». Ricordo male io o era proprio un eterosessuale di quell'orientamento politico a circondarsi contemporaneamente di più ragazze nel corso dei una singola notte?


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