Usa: gli scout confermano la messa al bando dei gay
Nonostante le polemiche, gli scout statunitensi hanno deciso di mantenere la politica iniziata nel 1991 che mette al bando educatori e ragazzi gay all'interno dei propri gruppi. La motivazione addotta è che l'omosessualità -perlomeno secondo il loro parere- risulterebbe in contrasto con la promessa, nella quale ogni scout si impegna a rimanere puro in pensieri, parole ed opere.
Unitamente l'associazione ha fatto particolarmente leva anche sulla sua natura privata, una caratteristica che già nel 2008 l'aveva tolta dalle braci ardenti dopo che un capo scout si era ricolto alla Corte Suprema per essere stato cacciato una volta scoperto il suo orientamento sessuale. Secondo la sentenza, però, l'associazione poteva agire (ed evidentemente anche discriminare) come meglio credeva perché privata.
Quella vicenda, però, non aveva mancato di suscitare malumori e strascichi, al punto che all'interno degli scout stessi erano state raccolte oltre 270mila firme per chiedere l'abolizione di ogni forma di discriminazione nei confronti dei ragazzi gay. Una richiesta che oggi è stata rifiutata.
Bob Mazzuca, direttore dell'associazione, si è spinto oltre affermando che la decisione è stata presa per venire incontro alle famiglie, le quali preferiscono gestire privatamente e con l'aiuto di consulenti spirituali eventuali questioni che riguardano i rapporti fra persone dello stesso sesso. In pratica si propone di discriminare i ragazzi, di farli sentire esclusi e di metterli in pasto a qualcuno che possa dirgli che ciò che sono è sbagliato. Una pura follia ma che purtroppo è stata proposta in modalità simili anche in Italia, in occasione di un convegno degli scout cattolici.
Inoltre verrebbe da chiedersi il perché di tutte queste "incompatibilità" fra omosessualità ed metodo scout intraviste dalle associazioni cattoliche e non da quelle laiche (tanto più che oggi si nutrono forti sospetti riguardo alla presunta omosessualità dello stesso Baden-Powell, il fondatore del movimento).
Non sarà mica che il problema sia un altro e che si preferisca nascondersi dietro ad un dito pur di non chiamare le cose con il proprio nome? E come credono di poter insegnare l'accoglienza attraverso il proprio esempio -così come imposto dal metodo scout- se si arrogano il diritto di allontanare chiunque non corrisponda ai propri desiderata?