173 parlamentari del Pdl firmano un documento contro matrimoni e unioni gay
«Non siamo disposti a svuotare l'istituzione del matrimonio, attribuendo a unioni affettive, anche omosessuali, un riconoscimento giuridico analogo a quello matrimoniale». È su questo concetto che ruota un documento su unioni civili e matrimoni gay firmato da 173 deputati e senatori dell'area Pdl.
Nel testo viene premesso che «l'introduzione del matrimonio omosessuale nel nostro ordinamento giuridico non è e non potrebbe essere una proposta reale e attuale da parte di nessun partito. Tale obiettivo, infatti, sarebbe impossibile da raggiungere se non attraverso una modifica della Costituzione: impresa nella quale nessuna forza politica può o vuole al momento cimentarsi [...] Il vero tema sul quale le forze politiche sono chiamate a pronunciarsi è quindi quello del riconoscimento delle cosiddette "unioni civili"».
Ed è proprio in merito a quest'ultimo punto che viene spiegato come il problema non sia il concetto in sé, ma il fatto che possa essere riconosciuto un rapporto tra due persone dello stesso: «Anche se formalmente sotto questa dicitura vengono ricomprese tanto le coppie formate da persone dello stesso sesso quanto le unioni fra persone di sesso diverso, nella sostanza le proposte sulle unioni civili sono finalizzate a riconoscere in forma giuridicamente rilevante le coppie omosessuali».
Il documento non esista a bocciare anche i registri anagrafici per i conviventi istituiti in alcuni comuni italiani: «Si tratta di iniziative di natura prettamente ideologica, di atti simbolici compiuti per creare consenso ma privi di valore giuridico e non rispondenti ad alcuna esigenza popolare».
Secondo i firmatari del testo, infine, la legge va bene così com'è: «È il discorso dei diritti che il nostro ordinamento riconosce ai componenti di una coppia di fatto. L'elenco delle previsioni normative già attualmente vigenti è lungo, articolato, e copre quelle voci che spesso sono evocate a fondamento della richiesta di riconoscimento».
Qualche giorno fa il giornale tedesco "Der Spiegel" aveva etichettato Berlusconi come uno tra i dieci leader più pericolosi d'Europa, accusandolo di usare del populismo contro la crisi economica pur di conquistare vantaggio in politica interna. C'è da chiedersi se il voler negare i diritti alle coppie gay faccia parte di quel piano, cercando di ottenere consensi attraverso lo sfruttamento dell'omofobia che ancora vive nella parte più ignorante della popolazione.
Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay, ha commenato su Twitter: «173 parlamentari Pdl firmano un brutto documento contro le unioni gay. E in Vietnam si parla di matrimonio! Grotteschi».