Intervista ad Antonio Prisco, l'autore di "Icontroversy"
Antonio Prisco è un giovane cineasta napoletano che presto vedremo protagonista nei principali festival cinematografici internazionali con il suo shortmovie "Icontroversy". L'opera mostra una panoramica cruda e violenta dello stato dell'omofobia in Italia, sia dal punto vista sociale, che politico e religioso. Un'accusa impersonificata da Lia Zeta, la transgender protagonista del cortometraggio, che attraverso una trasfigurazione simile a quella di Gesù apparirà come un vero e proprio martire delle persecuzioni omofobe e transomofobe.
Com'è nata l'idea del film?
Ultimamente, in un'atmosfera di rabbia, difficoltà sociali ed economiche del paese, ho visto alimentare negli animi della gente comune, come nei media, un'insofferenza nei confronti delle minoranze ingiustificata. Ieri, per esempio, leggevo sul profilo Facebook di Nichi Vendola, commenti imbarazzanti sulle priorità del paese e che dovremmo preoccuparci di sfamare le famiglie piuttosto che fare leggi contro l'omofobia o per il rispetto delle minoranze. Questo genere di cose mi lasciano molto perplesso, così come le continue dichiarazioni della Bindi, di questo politico o di quel personaggio... Mi irrita l'idea di sentire cose del genere nel 2012. Così ho preso in mano un iPhone, ho cominciato a dire la mia anche io. È nato tutto per un desiderio di libertà, di esprimere un'opinione, di dire che non sono d'accordo.
Nel film ci sono molti accostamenti tra omofobia e simboli religiosi. Secondo te qual'è il peso che il Vaticano esercita nell'alimentare il fenomeno e quanto la religione viene usata come pretesto per un sentimento che forse continuerebbe a sopravvivere comunque in alcune parti della popolazione?
Considera che io ho avuto un'educazione estremamente cattolica e sono ancora oggi affascinato moltissimo dall'iconografia religiosa. Inoltre ho sempre pensato che la religione e le diversità, le minoranze, gli outsider viaggino sugli stessi binari. Il Vaticano non ha nulla a che vedere con gli insegnamenti della Bibbia, tenta spesso di usare termini come "famiglia" imponendone un'immagine distorta fatta solo di di padre-
Io trovo ridicolo che oggi il Vaticano, con tutti gli scandali sulla pedofilia, la totale assenza di etica, la ricchezza in cui galleggia, detti a me leggi di come costruire una famiglia. È come se andassi a prendere lezioni di tolleranza da Forza Nuova.
Ovviamente il problema esisterebbe anche se non ci fosse il Vaticano. Bisognerebbe cominciare ad educare i bambini da piccoli alla tolleranza, coinvolgere i media, la TV, ma lo si fa con la cultura, con la creatività. Sulle TV vedo solo programmi su Padre Pio e su come diventare famosi per 5 minuti senza aver talento. Meglio un porno.
La BelAmi ha inserito Papa Ratzinger in un suo film pornografico, Gaydar aveva ingaggiato dei modelli vestiti da angeli per accoglierlo in Inghilterra... stiamo andando verso uno sconto sempre più aperto fra Vaticano e comunità gay?
Ma no, semplicemente è un'idea geniale! La comunità gay è stanca di sentire stronzate sulle norme di etica e morale da ogni dove, figurati dal Vaticano. Oltre ad essere una buona mossa di marketing, una provocazione pubblicitaria, è uno spaccato di quello che succede nei seminari. Non hai mai sentito di preti che vanno in seminario per evitare i coming out e vivere nell'assoluta libertà la propria sessualità? Se ci pensi è un po' una scena da film porno, come il fruttivendolo che viene a casa a portarti la spesa o il ritrovo da gang bang negli spogliatoi dei calciatori. È una fantasia sessuale di tutto rispetto.
Nel filmato hai inserito alcuni versetti del Vangelo che, in quel cotesto, appaiono condannare l'operato della Chiesa. Cosa hai voluto sottolineare con questa scelta?
In realtà non condanno l'operato della Chiesa, voglio solo dare una visone degli insegnamenti che ho letto nella Bibbia, diversa da come ci viene proposta, diciamo alternativa. Ci sono personaggi molto interessanti nei Vangeli come Maria Maddalena, Lazzaro, lo stesso Gesù, che erano degli outsider, dei diversi. Eppure hanno avuto il proprio riscatto nella storia, come Cenerentola, Biancaneve. Nel mio film c'è la bellissima Lia Zeta che è un po' una Cenerentola dei nostri giorni. Si affida a Gesù perché sa di essere amata da lui, nonostante venga presa a schiaffi e martoriata dal mondo attorno a lei. Lui è un po' il suo principe azzurro.
Il film è stato realizzato con un iPhone. Perché hai scelto di utilizzare apparecchiature tecniche non convenzionali?
Perché non ho mai amato troppo le convenzioni. Scherzi a parte, la sera che ho pensato di girare "Icontroversy" ero con Lia Zeta e non avevo una telecamera con me. Le riprese con l'iphone e un paio di luci da comodino erano l'unica vera tecnologia di cui disponevamo in quegli istanti. Poi ho usato un programma professionale di montaggio ed editing che ha fatto il resto, per me era importante l'idea, non la forma. Poi sono comunque uno a cui piace il cinema, la fotografia per cui non è proprio una cosa "arrangiata" visto il risultato finale.
Quand'è prevista l'anteprima italiana del film?
A Ottobre ci sarà un evento speciale per l'anteprima italiana di "Icontroversy", con la collaborazione del gruppo Criminal Candy (www.criminalcandy.com), che organizza grandi eventi diretti non solo ad un pubblico glbt. Mi piaceva l'idea di presentarlo in modo inusuale, non in un cinema o ad una mostra. Lo farò già nei festival di cinema a Novembre dove ci sarà una giuria etc etc... Credo che in una discoteca, dove c'è tanta gente che condivide idee più "moderne", più vicina ai problemi dei giovani, il messaggio sia più immediato.
E questa cosa mi piace tanto.
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