Il 6 novembre un referendum deciderà la sorte dei matrimoni gay nello stato di Washington

Il 6 novembre prossimo, in concomitanza con le elezioni presidenziali, i cittadini dello stato di Washington saranno chiamati ad esprimere il proprio parere sul quesito referendario numero 74, il quale prevede la piena eguaglianza dei diritti in ambito matrimoniale tra coppie omosessuali ed eterosessuali.
Il ricorso al referendum si è reso necessario dopo l'ostruzionismo di alcuni gruppi anti-gay che hanno raccolto 247.000 firme per chiedere la sospensione di una legge sull'argomento già approvata da entrambe le camere legislative e firmata dalla governatrice Christine Gregoire.
Secondo la legge statunitense, quell'opposizione è stata sufficiente ad impedire l'entrata in vigore della norma e a richiedere una consultazione popolare.
In caso di esito positivo, i matrimoni gay potrebbero diventare una realtà già prossimo il 6 dicembre e Washington diverrebbe il settimo stato Usa ad averli legalizzati.
Parere favorevole è stato espresso da Barack Obama, mentre repubblicano Mitt Romney si detto contrario. A lui fanno eco anche le principali realtà cristiane del Paese, anche se non manca qualche voce fuori dal coro, come nel caso dell' arcivescovo Sartain che ha dichiarato: «Il Referendum non è contro qualcosa, né contro qualcuno; [la Chiesa Cattolica è] per il matrimonio come dono di Dio, per il piano di Dio nei confronti della società degli uomini, e quindi per gli sposi e per i figli».


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