Si finge gay per un anno e vince la sua omofobia
«Quello che ho vissuto non è neanche comparabile a ciò che passano gay e lesbiche tutti i giorni. La mia decisione pretendeva un coinvolgimento totale. Sapevo di voler capire, il più realisticamente possibile, come quell'etichetta poteva cambiare la mia vita». Con queste parole Timothy Kurek, un ragazzo 26enne del Tennessee, racconta ai giornali la sua particolare esperienza.
Tutto ha avuto inizio nel 2009, quando una sua amica gli ha raccontato di essere stata cacciata di casa perché lesbica. Lui, conservatore cristiano evangelico, non era pronto a confrontarsi con quella realtà: «Stava piangendo disperata fra le mie braccia -racconta- e tutto quello a cui pensavo erano delle frasi per convertirla».
Ed è così che Timothy dice di aver deciso di mettersi in discussione e di provare a vivere sulla propria pelle dei sentimenti che non era in grado di comprendere, fingendosi gay per un intero anno.
Dopo il suo finto coming out, inizia a scoprire cosa significhi essere discriminato: la maggior parte dei suoi amici lo abbandona e la madre scrive sul proprio diario che avrebbe preferito scoprire di avere un cancro piuttosto che un figlio gay.
Trascorso l'anno, Kurek ha deciso di raccogliere la sua esperienza in un libro, raccontando di essere finalmente riuscito a vincere la propria omofobia: «Ho capito che Dio ama tutti davvero -ha dichiarato- Essere gay per 365 giorni ha salvato la mia fede».
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