Pdl, verso l'addio alle primarie
È passato poco più di un mese da quando Silvio Berlusconi ha dichiarato: «Non ripresenterò la mia candidatura a premier ma rimango a fianco dei più giovani che debbono giocare e fare gol. Ho ancora buoni muscoli e un po' di testa, ma quel che mi spetta è dare consigli, offrire memoria, raccontare e giudicare senza intrusività».
Da lì l'potesi delle primarie per individuare il suo successore, con tanto di articoli in cui si diceva che il Pdl aveva battuto il Pd dato il maggior numero di pretendenti (foto). A contendersi il ruolo Angelino Alfano, Giulio Tremonti, Giancarlo Galan, Guido Crosetto, Giorgia Meloni, Alessandro Proto, Daniela Santanché, Alessandro Cattaneo, Alessandra Mussolini, Gianpiero Samorì, Vittorio Sgarbi, Andrea Di Pietro (noto a livello nazionale solo per la sua battuta omofoba contro Vendola), Luigi Alfonso Marra, Michaela Biancofiore e Luciano Silighini Garagnani.
Ora, però, si sta concretizzando l'ipotesi che non se ne faccia più nulla: sembra che Berlusconi ci abbia ripensato e che il ruolo da leader gli spetti di diritto senza la necessità di chiedere il parere degli elettori, motivo per cui lo stesso Alfano aveva dichiarato: «Queste primarie hanno senso solo se non si candida. Altrimenti occorre ripensare tutto».
L'ipotesi più gettonata è quella di un suo ritorno in campo con un nuovo partito -una sorta nuova Forza Italia- che potrebbe essere presentato attraverso una una convention organizzata entro Natale (forse proprio il 16 dicembre, data prevista per le primarie del Pdl).
Immediato è arrivato il commento di Giorgia Meloni, la principale sfidante dell'attuale segretario, che su Twitter scrive: «Si dice vogliano annullare le primarie, ma nessun organo del Pdl si è riunito. Chi vuole annullarle ci metta la faccia, io non mi ritiro».