Quattro ragazzi denunciano le violenze subite durante una presunta terapia "di riconversione sessuale"
La Jews Offering New Alternative for Healing è in'associazione statunitense che organizza e pratica le cosiddette terapie "di riconversione sessuale". I due fondatori, che vi lavorano pur non avendo mai ottenuto una licenza da psicologo, si definiscono ebrei ortodossi e convinti che l'omosessualità sia una violazione della legge divina.
Ora dovranno salire sul banco degli imputati dopo che quattro ragazzi del New Jersey hanno presentato denuncia per i loro metodi «crudeli, fraudolenti, dannosi e che possono indurre tendenze suicide».
«Ci hanno costretto a pratiche umilianti -hanno raccontato- come stare nudi di fronte ai terapisti con il pene in mano, colpire le immagini delle nostre madri giudicate colpevoli della nostra omosessualità, persino bere il succo di due arance visualizzate come testicoli».
Nelle terapie proposte non mancavano anche dei "week-end di ritiro spirituale" dai costi esorbitanti. Un esborso notevole ai quali si sono dovute poi aggiungere anche le spese di psicoterapie successive necessarie a riprendersi dai traumi subiti.
«Cercavano di farmi esplodere di rabbia contro i miei genitori -afferma uno dei ragazzi- e siccome non riuscivo a liberami delle mie attrazioni gay, venivo colpevolizzato e insultato».
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