La Giovane Italia contro i finanziamenti al Pride


«Quei diecimila euro dovrebbero essere spesi per Palermo e le sue famiglie in difficoltà, non certo per una sfilata gay che non trova il favore di tutta la cittadinanza». È quanto dichiarato da Davide Gentile, presidente provinciale di Giovane Italia (l'associazione giovanile del Pdl) e capogruppo del Pdl all'Ottava Circoscrizione.
Una dichiarazione, la sua, che rischia di essere prettamente populista ed anche un po' omofoba.
Da un punto di vista prettamente economico, infatti, diecimila euro sarebbero ben poco investimento a fronte degli introiti economici che presumibilmente deriveranno dall'arrivo in città delle migliaia di partecipanti al al Gay Pride nazionale della prossima primavera. Fra alberghi, ristoranti, spostamenti ed altre spese, il conto finale a beneficio dei cittadini rischia di essere ben superiore di quei 0,015 euro che spetterebbe ai 655.875 singoli abitanti della città se quella cifra venisse suddivisa fra loro.
Ma probabilmente è più facile ottenere consensi nel promettere l'uovo oggi anziché la gallina domani, anche se viene poi automatico chiedersi dove si spera di arrivare con una politica che non vuol guardare al futuro (né per quanto riguarda i diritti individuali, né per quello che economicamente potrebbe portare i maggiori vantaggi alla popolazione).
Curioso è anche il riferimento a quel «non trova il favore di tutta la cittadinanza», dato che proprio l'assenza di piena accettazione da parte dell'intera società è il motivo per cui la comunità lgbt scende in piazza. E, se si vuol proseguire sulla sua linea di pensiero, perché non si domanda più semplicemente se l'intera cittadinanza approva il fatto che si siano impossessati del nome dell'associazione fondata nel 1831 Giuseppe Mazzini per i fini di una singola parte politica?
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