Milano: Allontanati dalla polizia per uno striscione contro la legge anti-gay ugandese
La polizia ha trattenuto ed allontanato come persone "sgradite" due attivisti che ieri a Milano hanno esposto uno striscione contro la nuova legge anti-gay che potrebbe ben presto essere approvata in Uganda.
I fatti si sono svolti presso i locali dell'ISPI in occasione di un convegno dal titolo "Stabilità e instabilità in Africa", al quale erano presenti anche il Primo Ministro ugandese, Patrick Amama Mbabazi, e il loro Ministro degli Esteri, Sam Kutesa.
Approfittando di quelle presenze, Yuri Guaiana (segretario dell'Associazione Radicale Certi Diritti) e Claudio Barazzetta (segretario dell'Associazione Enzo Tortora) hanno voluto manifestare il proprio dissenso e, non appena il Primo Ministro ugandese ha preso la parola, i due hanno esposto per qualche minuto uno striscione con scritto "Stop Anti-Gay Bill!". Poi la polizia li ha allontanati dalla sala e, dopo averli trattenuti, non gli ha permesso di partecipare alla continuazione dei lavori. A due non è rimasta altra scelta se non quella di raggiungere glia altri attivisti che avevano organizzato un sit-in di protesta in Largo Bortolo Belotti.
«È gravissimo -ha affermato Yuri Guaiana- che in un convegno, che dovrebbe essere di studi, non sia possibile porre ai relatori una questione riguardante la violazione dei diritti umani. Evidentemente il capo di Stato di un Paese che, oltre a punire con 14 anni di carcere i suoi cittadini per il solo fatto di essere omosessuali e pensare di aumentare quelle pene sino all'ergastolo o addirittura alla pena capitale, vuole vietare anche la "promozione" dei diritti delle persone LGBTI e punire tutti coloro che "finanziano o sponsorizzano l'omosessualità", ha anche a Milano il potere di far prevalere il garbo sulla doverosa denuncia di una gravissima violazione dei diritti umani fondamentali. La questione sarebbe stata invece di grande rilevanza anche per la discussione oggetto del convegno che voleva indagare il ruolo dell’Uganda in Africa tra stabilità e instabilità. In ogni caso il Primo Ministro Patrick Amama Mbabazi e il Ministro degli Esteri Sam Kutesa hanno potuto chiaramente vedere che anche in Italia le proteste contro la proposta di legge in discussione è forte. Speriamo che riconsiderino la loro posizione e facciano in modo che questa sciagurata proposta di legge non diventi mai effettivamente legge dello Stato ugandese».