I diari segreti di Sergej M. Ėjzenštejn
Sergej Michajlovič Ėjzenštejn (Riga, 23 gennaio 1898–Mosca, 11 febbraio 1948) è stato un regista e sceneggiatore sovietico fra i più influenti della storia del cinema. A lui si devono capolavori come "La corazzata Potëmkin", "Alexander Nevskij", "Lampi sul Messico" e "Ottobre".
Si sposò per ben due volte, a quanto pare dietro forti pressioni politiche, ma pare che non li consumò mai. È quanto si apprende da alcuni suoi diari, tenuti gelosamente segreti per anni, in cui il grande registra avrebbe parlato liberamente della propria omosessualità e delle sue infatuazioni per molti ragazzi eterosessuali che lo circondavano (a cominciare dal suo giovane assistente, Grigori Alexandrov). Fu anche questo uno dei motivi che lo spinse a decidere di passare molto tempo insieme a giovani registi, gustando la loro compagnia e insegnando loro le varie tecniche professionali.
La carriera di Ėjzenštejn conobbe alti e bassi per via dell'altalenarsi di esaltazione e biasimo mostrati dal regime verso i suoi lavori. Nel 1930 la Paramount Pictures lo invitò ad Hollywood per realizzare una versione cinematografica di "Una tragedia americana". Divergenze nella scelta del cast, però, portarono alla rottura contrattuale ancor prima dell'inizio delle riprese. Ėjzenštejn andò così in Messico per produrre un documentario, ma Stalin lo richiamò in Unione Sovietica ad opera ancora incompiut. Lui partì chiedendo che il materiale girato gli venisse inviato a Mosca per il montaggio: ma la pellicola non gli venne mai spedita e venne utilizzata per produrre -senza il suo consenso- una serie di altri film (con diversi livelli di osservanza delle intenzioni del regista).
In patria ritrovò il favore di Stalin con "Ivan il terribile", ma la seconda e terza parte del film non piacquero e l'incompiuto "Ivan il terribile III" venne addirittura sequestrato ed in parte distrutto.
Una curiosità: "La corazzata Potëmkin" è nota in Italia soprattutto per la sua citazione ne "Il secondo tragico Fantozzi", ma l'affermazione non è di per sé del tutto vera. Data l'impossibilità di utilizzare il capolavoro originale, in fase di sceneggiatura si decise di farne una parodia: il titolo inserito nel film di Villaggio è la "La corazzata Kotiomkin", ed anche il nome del regista venne opportunamente modificato da "Sergej M. Ėjzenštejn" in "Serghei M. Einstein".
Tutte le immagini inserite nel film non appartengono alla pellicola originale, ma sono state appositamente girate dal regista Luciano Salce sulla Scalea Bruno Zevi di Roma. Il celebre "occhio della madre" è quello dell'attrice italiana Alba Maiolini, mentre la pellicola venne appositamente "maltrattata" per creare un effetto di invecchiamento.