Pontifex Roma ha chiuso i battenti?


Pontifex Roma è un sito diventato tristemente celebre per le sue posizioni ultra-cattoliche e per le sue campagne d'odio contro molteplici categorie di persone (gay, ebrei, donne...). Recentemente era finito anche sotto i riflettori dell'informazione generalista per i testi citati da Don Corsi riguardo ad una presunta responsabilità delle donne nel femminilicidio (data la loro "colpa" di essere provocanti). Non mancavano anche condanne alla comunità gay, spesso avvallati da interviste ad eminenti politici o personaggi ecclesiastici.
Chiunque abbia tentato di accedere a quelle pagine nel corso delle ultime ore, però, non avrà trovato altro che una pagina di cortesia inserita da Aruba, il provider che da anni ospita il loro blog. Il tutto senza alcuna spiegazione della messa offline del sito. Da qualche giorno il loro blog risultava fermo ed il webmaster aveva genericamente fatto riferimento ad un presunto attacco Ddos al sito.Ma se anche fosse, l'eliminazione del sito non è tra le opzioni generalmente contemplate in questi casi, così come appare molto strana anche l'irreperibilità (segnalata da più fonti) del loro direttore, Bruno Volpe.
Ed è così che in rete infuriano le ipotesi. Un intervento censorio da parte del provider pare da escludersi, dato che in passato alcuni militanti di Pontilex.org (un sito nato proprio per contestare le tesi espresse da Pontifex Roma) avevano tentato di segnalare il mancato rispetto dei termini di servizio, ma la reazione tiepida di Aruba e il vittimismo dei gestori (che immediatamente gridarono al complotto) aveva portato ad un nulla di fatto. Un ripensamento tardivo sembrerebbe alquanto strano.
Subentra così l'ipotesi di un provvedimento legato ad una qualche grana giudiziaria: le campagne d'odio condotte nel corso degli anni da Bruno Volpe gli hanno permesso di collezionare un poco invidiabile numero di nemici, molti dei quali hanno provveduto a presentare formale denuncia nei suoi confronti.
Un'altra possibilità potrebbe riguardare anche le sue vicende personali. Da un lato Bruno Volpe raccontava di aggressioni nei suoi confronti (sostenendo di essere stato messo sotto protezione dalla Digos), dall'altro era stato accusato di stalking dopo essere stato sorpreso dai carabinieri a disegnare croci con lo spray sull'abitazione di una ragazza.
Insomma, tutto è possibile (compreso un eventuale ritorno online del sito), ma di certo quelle pagine non ci mancheranno per nulla durante la loro assenza dalla rete.
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