Il consigliere Ludovici: «L'omosessualità non è legale»
Con 19 voti a favore, 2 contrari e 3 di astenuti, il consiglio comunale de L'Aquila ha approvato l'istituzione di un registro delle unioni civili. L'accesso verrà consentito a tutte le coppie maggiorenni -di diverso o dello stesso sesso- che non siano legate tra loro da vincoli giuridici e che ne abbiano chiesto la registrazione amministrativa.
A rovinare la festa, però, sono giunte le inaccettabili dichiarazioni omofobe del consigliere di maggioranza Giuseppe Ludovici (Api, il partito di Rutelli) che ai microfoni di Abruzzo24 ha dichiarato: «L'omosessualità non è legale non è regolare non è normale l'uomo nato per fare l'uomo la donna per fare la donna».
Il consigliere pare anche certo che il metro di paragone per tutti i diritti sia lui e, pertanto, tutto ciò che non lo interessa direttamente non dev'essere permesso; all'intervistatore che gli ha chiesto come avrebbe reagito se fosse stato lui il gay a volere più diritti, ha risposto: «Ma io non è una cosa che condivido quindi l'uomo non vuole innamorarsi di un altro uomo, non è normale, quindi si tiene la malattia e va avanti»
Malattia? Si, a suo parere l'omosessualità sarebbe da ritenersi tale «perché quando un uomo si innamora di un altro uomo non è normale e viceversa quando una donna si innamora di un'altra donna».
Nato a L'Aquila il 06 gennaio 1938, Giuseppe Ludovici è stato eletto all'interno del consiglio comunale cittadino nel 2002 e nel 2007 fra le fila di Forza Italia e nel 2012 fra quelle dell'Api.
Il vicesindaco Roberto Riga (anche lui fra le fila dell'Api) ha espresso sconcerto per quelle affermazioni: «Mi dissocio fermamente dalle affermazioni personali del consigliere Ludovici. Parlare di illegalità o peggio ancora di malattia ci catapulta in considerazioni assurde, del tutto altre rispetto a quanto il gruppo consiliare Api ha votato in aula. Vale a dire l'auspicata delibera sulle unioni civili, momento epocale per la nostra città, in termini di civiltà e progresso. Sono rimasto inorridito nell'ascoltare le parole di Ludovici. Stento a credere, addirittura, che abbia afferrato il senso stesso della delibera che è quello di garantire il riconoscimento delle unioni civili. Considerazioni imprecise e omofobe, quelle di Ludovici lontane anni luce dalle posizioni del nostro partito che fonda la sua politica sul rispetto dell'altro».