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Omofobi siciliani contestano Crocetta sul patrocinio al Gay Pride: «È conflitto di interessi»

Il gay Pride nazionale porterà in città centomila presenze (e quindi lauti guadagni per il terziario) e potrebbe riabilitare la Sicilia agli occhi di quel mondo che le attribuisce un'immagine omofoba e medioevale (ricorderete, forse della guida turistica statunitense Frommer's che ne sconsiglio la visita alle coppie gay perché ritenuta troppo chiusa e pericolosa).
Eppure a qualcuno tutto ciò poco importa, preferendo umiliare la sua terra pur di far vanto della propria omofobia ed intolleranza, attaccando a gran voce il Presidente Crocetta che ha concesso il patrocinio all'evento. Anzi, nonostante l'Italia sia un Paese basato sul conflitto di interessi (con imprenditori al governo, leggi ad-personam, continue inchieste su presunte compravendite di voti e di parlamentari...), c'è chi asserisce che il suo essere gay lo ponga in un conflitto di interessi nel concedere sostegno pubblico a favore dell'evento... un po' come se di fronte ad un sindaco di Venezia amante del cinema si pretendesse che la biennale non abbia luogo fino alla fine del suo mandato (sia mai che possa beneficiare di un qualche biglietto omaggio, ndr).
A sottolineare questa vergogna è Gay.it, il quale è andato a spulciare i commenti alla notizia del patrocinio lasciati su uno dei più popolari portali siciliani. Qual che ne emerge è uno sfoggio di ignoranza e di bigottismo. C'è chi se la prende con i cattolici che l'hanno votato anziché "difendere" la famiglia tradizionale e chi si chiede perché Crocetta non abbia "patrocinato" le famiglie a rischio occupazione (anche se è noto che gli introiti derivanti dal grande afflusso previsto e agli eventi organizzati in loco potrebbe portare a possibili fonti di guardano per aziende e famiglie... quindi, in un certo senso, è proprio quello che ha fatto). Non manca chi lo deride sostenendo che magari parteciperà pure alla parata, evidentemente ignorando che in tutto il resto del mondo i primi cittadini prendono effettivamente parte alla manifestazione. Quasi da incorniciare è il commento di un lettore che lamenta come uno stato laico non dovrebbe permettere lo svolgimento di un Gay Pride, evidentemente ignorando che non è certo stata la Chiesa Cattolica ad essersi occupata dell'organizzazione.
La lista è lunga e le offese gratuite si sprecano, ma è interessare notare come in molti dei contestatori sottolineino la voglia di veder destinati a sé stessi dei soldi anziché in un qualcosa da costruire (un po' come se si preferisse ricevere un bicchiere d'acqua alla costruzione di un pozzo). Ed è proprio per questo che una domanda la vorrei proprio fare ai vari Enzo G., Diciamolatutta, Lando e a tutti gli altri ignoranti che hanno lanciato offese gratuite. Vi lamentate che i vostri figli non hanno lavoro e davvero non vi rendete conto che la responsabilità è solo vostra? Chi mai vorrebbe visitare on investire in una terra che volete far apparire come retrograda e lontana anni luce dall'Europa? Una volta che sarete riusciti nel vostro intento di sopraffare la voce di quella Sicilia giusta, aperta alla diversità e caratterizzata dalla voglia di fare, che cosa contate di farvene della terra bruciata che avrete lasciato dietro di voi?
Ora non resta che sperare che la Sicilia -quella vera- risponda con forza a queste provocazioni gratuite, senza subire i danni dell'omofobia e dell'ignoranza di pochi ai danni dell'intera comunità. Perché le cose vanno dette per quello che sono e se la Sicilia ha un problema d'immagine la responsabilità è tutta di persone come quelle che vanno in giro a scrivere quel tipo di commenti.


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