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Senatore repubblicano diventa un grande sostenitore dei matrimoni gay dopo il coming out del figlio

Robert Portman è un senatore repubblicano e un convinto metodista. Da anni è impegnato in strenue battaglie contro ogni forma di riconoscimento delle unioni fra persone dello stesso sesso ma, ad un tratto, si è presentato alla CNN e ha dichiarato: «Sono arrivato a credere che se due persone sono pronte a impegnarsi per una vita e a prendersi cura l'uno dell'altro, il governo non dovrebbe negargli questa possibilità».
Se un così radicale cambio di opinione può sembrare strano, a spiegarlo è il motivo che lo ha spinto ad una serie riflessione sull'argomento: nel 2011 il figlio Will (insieme al padre nella foto di apertura) ha fatto coming out con la famiglia, spiegando ai genitori che la sua omosessualità «non era una scelta» e che era gay «fin da quando poteva ricordare».
Se il senatore è rimasto fermo sulle sue convinzioni per anni, votato a favore del Defence of Marriage Act nel 1996 ed opponendosi alla possibilità di adozione da parte delle coppie gay di Washington nel 1999, quanto accaduto all'interno della sua famiglia non gli ha permesso di poter accantonare con la solita noncuranza un argomento che ora lo toccava in prima persona.
Ed è così che lui stesso racconta di come il figlio, oggi 21enne e studente a Yale, «mi ha permesso di pensare a questo tema in una prospettiva nuova, quella di un papà che vuole dare a suo figlio le stesse opportunità che hanno suo fratello e sua sorella, avere una relazione come quella che Jane e io abbiamo da oltre 26 anni [...] Se due persone sono pronte ad assumere un impegno per la vita di amarsi e prendersi cura l'uno dell'altro nella buona e nella cattiva sorte, il governo non dovrebbe negare loro l'opportunità di sposarsi». Anche dal punto di vista religioso il senatore è giunto ad una soluzione, concludendo che «siamo tutti figli di Dio».
Portman non si è poi fermato qui e racconta di aver affrontato l'argomento all'interno del partito, sostenendo fermamente la necessità di abrogare il Defence of Marriage Act da lui stessa votato. Si è poi recato anche ad incontrare i politici più omofobi del suo scheramento (come il leader repubblicano al Senato, Mitch McConnell) nonché quanti gli avrebbero potuto offrire un appoggio (come con l'ex vice presidente Dick Cheney, padre di una figlia lesbica e noto sostenitore della causa).


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