Michael Reagan: le chiese non fanno abbastanza per impedire le nozze gay
«Dove diamine stanno le chiese di fronte alla legalizzazione del matrimonio gay? Dove stanno i protestanti, gli ebrei e i cattolici? Hanno perso la loro lingua?».
È così che Michael Reagan (figlio adottivo del presidente Ronald), attraverso una articolo pubblicato sull'Ironton Tribune, lamenta una scarsa offensiva delle professioni religiose nel tentare di impedire che la Corte Suprema si esprima a favore dell'abolizione della Proposition 8 in California.
Considerato come in tutto il mondo le varie Chiese rappresentino il maggior ostacolo sociale al riconoscimento dei diritti per le coppie gay e lesbiche (con oltre due milioni di dollari investiti in campagne anti-gay nei soli Stati Uniti), verrebbe da chiedersi quali ulteriori azioni stia auspicando (più di così verrebbe da ipotizzare un ritorno alle crociate e all'uso delle armi, sulla cui libera vendita Michael Reagan si è più volte espresso a favore, ndr).
Fatto sta che il commentatore politico si dice convinto che i repubblicani non stiano facendo abbastanza per non perdere consenso fra gli elettori e che l'unica strada percorribile per impedire una legalizzazione del matrimonio egualitario sia quella di una forte ingerenza da parte delle confessioni religiose.
Nel suo articolo, inoltre, lamenta come «a parlare sui media siano sempre le stesse persone, considerate parte del coro e che non possono convincere i molti americani che non stanno a sentire chi predica una tesi conservatrice contro i matrimonio gay». Peccato, però, che anche le sue tesi non risultino per nulla nuove. Nel classico scenario apocalittico, Reagan suggerisce che i matrimoni gay «condurranno a relazioni alternative e all'incostituzionalità di qualunque legge basata sulla moralità. Pensate alla poligamia, alla zoofilia e forse anche all'omicidio».
Associazioni inutili, immotivate e prese dalla più bieca cultura omofoba, con tanto di una ripresa del paragone tra omosessualità ed omicidio ampiamente sfruttata qualche mese fa anche dall'arcivescovo di Minneapolis. E sarebbero queste le tesi con cui si spera di convincere gli americani a non concedere pari diritti alle minoranze sessuali?