Nuove violenze omofobe in Francia
Il «sì» del Senato al progetto di legge sulle unioni gay in Francia ha scatenato una nuova e preoccupante ondata omofoba. Oltre agli scontri di piazza, c'è chi ha preferito optare per la violenza privata, ricorrendo a vere e proprie aggressioni di chiunque sia considerato "colpevole" di essere gay (e, quindi, possibile beneficiario della norma).
Se le foto del volto sfigurato di Wilfred de Bruijn (il giovane aggredito a Parigi nella notte tra il 7 e l'8 aprile) hanno fatto il giro del mondo, ieri sera un altro grave fatto di cronaca ha macchiato di sangue le strade della capitale francese. Erano circa le 22 quando quattro uomini con le teste rasate hanno assaltato un bar gay di Lille, dapprima scagliando delle sedie contro le vetrine, poi malmenando gli avventori seduti sulla terrazza. Il bilancio è di tre feriti, fra cui anche il proprietario.
Ma è difficile pensare alla follia di qualche cane sciolto se si considera come i grandi gruppi di potere paiano tutt'altro che intenzionali a far cessare le violenze. Se André Vingt-Trois, presidente uscente della Conferenza episcopale, aveva pronunciato alcune parole a metà tra la constatazione di un rischio e l'istigazione alla violenza, ben peggio è riuscito a fare Philippe Cochet (deputato del partito di destra Ump) che nel bel mezzo dell'Assemblea Nazionale ha tuonato: «Vi accuso, signori e signore della sinistra [...] state assassinando dei bambini. È uno scandalo». Accuse gravi poi solo parzialmente ritrattate dopo le proteste dei presenti, quando ha aggiunto: «Il termine non era appropriato. Ma il danno resta comunque e consiste nello spezzare la vita dei bambini».
Ma davvero prelati e politici non sanno che qualcuno finirà con il credere davvero a quelle parole senza capire che sono solo delle volute esagerazioni? O, forse, lo sanno benissimo e non hanno alcuna intenzione di fermare o far scemare l'ondata di violenza che ha colpito il Paese?
Dal canto suo Francois Hollande ha fortemente condannato le degenerazioni di alcune manifestazioni e l'assalto al bar gay di Lille. Nell'occasione ha anche ricordato che «Bisogna rispettare il Parlamento e la legge, rispettare il suffragio universale, che era stato informato delle mie intenzioni quando mi sono presentato davanti a lui». Non va assolutamente dimenticato, infatti, che quel progetto di legge era stato ampliamene illustrato prima delle elezioni e che il voto popolare delle urna ne ha pienamente legittimato l'approvazione.
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