Condannato a 20 mesi di carcere per aver ricattato due preti conosciuti in un locale gay
Un parroco ed un alto prelato del padovano erano perfettamente schierati con la Chiesa nel criticare l'amore fra persone dello stesso sesso ma, nella loro seconda vita, ne ricercavano i piaceri della carne all'interno della dark-room di un vicino locale gay.
Un'ipocrisia molto diffusa (pare anche all'interno dei palazzi vaticani) ma che viene tassativamente taciuta se non si vuol finire vittima degli stessi anatemi lanciati contro l'omosessualità altrui. Ed è proprio questo il motivo per cui i sacerdoti, una volta identificati come tali, sono divenuti una facile preda per due malviventi. Certi della loro necessità di discrezione, i due hanno dapprima consumato con loro un rapporto sessuale per poi ricattarli in cambio del loro silenzio dinnanzi ai superiori e alla stampa.
L'inchiesta condotta dal sostituto procuratore Sergio Dini non solo ha portato alla luce la vicenda (ormai risalente al 2010), ma è costata anche la condanna a 20 mesi di reclusione per il 47enne marocchino Fouad Chergui (giudicato con rito abbreviato) ritenuto colpevole di concorso in tentata estorsione. Per l'altro ricattatore (Dimitri Barbieri, 41 anni) il processo risulta estinto in seguito alla sua morte.