Gruppi religiosi etiopi chiedono la pena di morte per i gay
Quale potrà mai essere il problema principale di un Paese con il 57% di analfabetismo, stremato da golpe sanguinosi ed indebolito economicamente da guerre volte a rafforzare la coalizione al potere? I gruppi religiosi evangelici paiono non aver dubbi nel ritenere che sia l'omosessualità.
Ed è così che si è dato vita ad un seminario intitolato "Addis Abeba", volto a dimostrare gli effetti «disastrosi» dell'omosessualità attraverso gli interventi di funzionari pubblici, leader religiosi, medici ed organizzazioni di beneficenza. Ma più che un dibattito, la discussione è apparsa come una farsa volta a sostenere la necessità di introdurre pene più severe per i gay (attualmente gli atti sessuali fra persone dello stesso sesso sono puniti con pene che arrivano ai tre anni di detenzione).
Mentre la polizia ha parlato di centodiciassette casi di abusi su minori da parte di «familiari e vicini gay» (un dato presumibilmente del tutto inventato), i membri del Consiglio Interreligioso Etiope contro l'omosessualità e del gruppo evangelico United for Life Ethiopia hanno sostenuto che l'omosessualità non sia innata ma sia «il risultato di un'educazione inappropriata, di una crisi d'identità e di una decadenza morale». Sultan Muhe, presidente della Bright Children Voluntary Association, è arrivato a sostenere di essere diventato gay e di aver iniziato a prostituirsi dopo essere stato violentato da piccolo, ma di essersi "curato" e di essere "guarito" da quella malattia. Ed è su quella base che ha invitato il governo a «dissuadere l'omosessualità con ogni mezzo possibile».
La richiesta uscita dal seminario, infatti, è quella di «lavorare duramente per educare i nostri figli secondo la Bibbia e la morale e anche per proteggere la nostra nazione dalla sporca cultura occidentale che impone l'omosessualità». Ed è per questo che il rappresentante del Consiglio Interreligioso Etiope contro l'omosessualità ha fieramente comunicato che si stanno compiendo passi avanti nella lotta all'omosessualità e nel convincere il governo ad adottare misure più decise che, se necessario, includano anche la pena di morte.
«I gruppi religiosi -racconta un attivista gay etiope- spaventano le persone affermando che gli omosessuali violentano i bambini e così li reclutano per la loro causa. Inoltre dicono che noi gay siamo mercenari al soldo dell'occidente per promuovere l'omosessualità. In tal modo le famiglie, la polizia e le persone in genere sono sempre più ostili verso di noi».