Il Papa, i finocchi e il nero di seppia
Se gli antichi latini ritenevano che l'uomo politico fosse anzitutto un oratore, nell'attuale Governo pare che la bocca serva solo per far uscire amenità di ogni tipo, spesso volti a conquistarsi il plauso dei più ignoranti con bieco razzismo e facile omofobia.
Nei giorni scorsi Erminio Boso, ex senatore e deputato della Lega Nord, diede sfoggio della propria ignoranza dichiarando fieramente: «Sono razzista, non l'ho mai negato. Il ministro Kyenge deve stare a casa sua, in Congo. Ve la tenete voi, il ministro italiano di colore. Dovrebbe tornare in Congo. Non me ne frega niente se fa il medico, il Congo ha bisogno di medici. Torni lì a farlo». Ed ancora Elvira Savino, deputata del Pdl, ha così replicato alla proposta di legge del ministro Kyengeper per concedere la cittadinanza sulla base del territorio di nascita: «Dopo il ddl sullo "ius soli" il ministro intende presentarne uno sulla sua poligamia praticata dalla sua famiglia in Congo?».
E se Emilio Paradiso, capogruppo della Lega Nord al Comune di Prato, ha commentato il sollevamento della Biancofiore dalle Pari Opportunità con insulti razzisti a Cecile Kyenge («Il Bianco-fiore si è dovuta piegare ai finocchi, e il nero di seppia la lasciano lì?», ha scritto su Facebook) è la deputata Pdl stessa a cercare di alzare i toni sulla sua vicenda (peraltro costatagli una promozione alla Pubblica Amministrazione).
In un'intervista al Corriere della Sera, la Biancofiore ha affermato: «Ciò che è successo intorno a quelle mie dichiarazioni sui gay si commenta da solo. Grazie al cielo, però, la gente legge i giornali e vede la televisione e, perciò, avrà avuto modo di giudicare». Riguardo alle sue uscite omofobe, ha aggiunto: «Ma smettiamola. Sa qual è la verità? La verità è che certe mie posizioni personali sono uguali a quelle di papa Francesco! Solo che poi, da lui, vanno e, giustamente, si genuflettono... mentre con me, in tanti, con la sottoscritta, fanno e hanno fatto un bel po' di esercizi di ipocrisia».