Il Comitato Difesa Famiglia annuncia la sua presenza al Vi Pride per «difendere i valori tradizionali»
«La famiglia è la risorsa più importante per la Nazione Italiana. La famiglia tradizionale, quella antica, è calore umano, rifugio, dispensa di energie positive per affrontare la vita. Di questi tempi, in cui si sono persi i valori guida, le regole, il rispetto della memoria, c'è bisogno di ritornare alla famiglia, quella vera, composta da un uomo e una donna». È con queste parole che il Comitato difesa della Famiglia ha annunciato l'intenzione di organizzare dei picchetti disposti lungo il percorso del Gay Pride di Vicenza con lo scopo di «per difendere i valori sociali e costituzionali della famiglia».
Insomma, l'intenzione è quella di voler impedire agli altri di manifestare, in nome di una «difesa» dello status quo e nell'intenzione di impedire che altre forme di famiglie possano godere dei propri privilegi. E le motivazioni non solo appaiono egoistiche nel sostenere che le persone lgbt non meritino un «rifugio per affrontare la vita», ma diventano veramente labili quando l'associazione inizia a lamentare che lo Stato non fornisce «sostegno alle mamme e papà che si prendono cura dei figli, dei padri, nonni anziani, parenti». Non solo è il caso di ricordargli che anche i gay hanno famiglie (con padri, nonni anziani e parenti), ma è veramente poco chiaro intenda risolvere la situazione con una negazione dei diritti e non con il loro ampliamento.
Ma forse il loro attacco alla politica non è tanto rivolto alle proprie esigenze, quanto al contestare come alcuni assessori del Consiglio Comunale (Umberto Nicolai, Antonio Dalla Pozza, Filippo Zanetti e Isabella Sala) abbiano annunciato di voler prendere parte alla parata di sabato. Già, perché basta interpretare a proprio uso e consumo l'articolo 29 dell Costituzione, ed ecco che la loro tesi va nella direzione di un'appello ad un sorta di omofobia di stato in cui i diritti altrui non hanno alcun valore.
Eppure il comitato non è solo. Al loro fianco si è unito anche il Movimento Sovranità Difesa Sociale, il quale nei giorni scorsi ha dichiarato che «La piattaforma rivendicativa del Vicenza Pride inneggia ai matrimoni tra omosessuali e al diritto di adozione dei minori, nonché a leggi contro l'omofobia (termine ambiguo e abusato) per limitare la libertà di espressione sul tema dell'omosessualità. Ribadiamo al contrario il valore fondamentale della famiglia naturale, fondata sul matrimonio tra uomo e donna».
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