Segrate: i ragazzi si ribellano alla catechista omofoba


«L'omosessualità è una malattia». È con questa affermazione che una catechista sessantenne di Segrate (a pochi passi da Milano) ha aperto la sua lezione rivolta ai ragazzi di terza media che si apprestano a celebrare la cresima.
Evidentemente intenzionata ad approfittare del suo ruolo per trasferire il proprio sentimento omofobo alle generazioni future, la donna forse non si sarebbe aspettata una simile reazione da parte dei ragazzi. Infatti pare che qualcuno abbia immediatamente obiettato: «Sono persone come noi, non si possono discriminare». Eppure la donna è rimasta irremovibile nella propria posizione e, forse in relazione a quanto avvenuto in Francia, ha aggiunto: «Solo una coppia fatta da uomo e donna può avere figli e crescerli nella maniera giusta». Inutili sono stati gli ulteriori tentativi dei ragazzi di far ragionare la donna, tant'è che al termine della lezione hanno deciso di smettere di frequentare il corso. «Una scelta fatta in autonomia» precisano i genitori.
La discussione si è poi spostata su Facebook, dove in poche ore sono giunti oltre 200 commenti suddivisi tra chi difendeva la scelta dei ragazzi o chi si schierava dalla parte della catechista.
Anche il sindaco di centrodestra di Segrate, Adriano Alessandrini, si è sentito di intervenire sul caso, affermando che «Le affermazioni della catechista appartengono a un passato che la società civile ritiene superato da tempo». E se c'è chi ha chiesto che alla donna non sia più permesso di far lezioni, in suo suo soccorso è intervenuto solo il parroco dell'oratorio San Felice che, dopo aver bollato come troppo severo un simile provvedimento, ha riconosciuto che «La Chiesa esprime una posizione chiara, ma il rispetto alle persone deve rimanere al di sopra sopra ogni tipo di considerazione e va al di là delle scelte personali di ogni individuo».
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