Giovanardi si scaglia contro la legge anti-omofobia
La cronaca continua a portarci notizie di gay picchiati o presi a sassate per il solo fatto di esistere, ma secondo Avvenire una legge contro l'omofobia sarebbe «inutile e pericolosa». Come prevedibile, soprattutto in un Paese laico come il nostro, non è mancato chi si è affrettato a rispondere all'appello dei vescovi ed ha iniziato ad operarsi per cercare di impedire che la norma possa passare.
Tra loro l'omofobo Giovanardi che, appellandosi ai deliri dei Giuristi per la Vita, ha sentenziato: «Chi si pronuncia a favore della famiglia naturale con papà uomo e mamma donna rischia la galera».
Secondo l'ex sottosegretario alla famiglia, il testo approvato dalla Commission Giustizia «intende applicare integralmente alle discriminazioni motivate dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere le sanzioni penali previste dalla legge Mancino per chi propaganda idee fondate sulla superiorità, sull'odio razziale ed etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi». Secondo il senatore del Pdl. «I Giuristi per la Vita ed illustri penalisti hanno già efficacemente dimostrato che verranno colpiti con la reclusione sino a tre anni coloro che per esempio sostengono che il rapporto naturale è tra uomo e donna o che si oppongono al matrimonio gay o sono contrari all'adozione dei bambini da parte di coppie omosessuali. Da sei mesi a quattro anni rischiano invece i partecipanti alle associazioni che sostengono queste idee e da uno a sei anni coloro che queste associazioni promuovono o dirigono».
Insomma, pare quasi che Giovanardi ignori di vivere in un Paese in cui Roberto Calderoli (suo alleato) sta impunemente continuando ad insultare un ministro per il semplice fatto di avere la pelle di un colore diverso dal suo. Insulti che la legge Mancino dovrebbe punire (e, purtroppo, non certo con la severità da lui paventata dato che delle scuse non sentite sono state ritenute sufficienti) ma che secondo il suo discorso sarebbero da ritenersi leciti in quanto estensione della «libertà di pensiero».
Eppure anche Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, pare intenzionato a sostenere la tesi del collega: «Sulla questione della bioetica e anche sulla omofobia non sempre il sottoscritto e Giovanardi vanno d'accordo, ma siamo invece sempre d'accordo sul garantismo, sulla piena tutela della libertà d'opinione che, a mio avviso, va garantita a tutti, anche a coloro che sostengono tesi aberranti».
Ma siamo sicuri che vada garantito anche a chi brandisce spranghe o bastoni nei confronti di ha l'unica "colpa" di amare una persona del suo stesso sesso? O, più semplicemente, non è che si teme una legge contro la discriminazione di un gruppo che si desidera discriminare?