Il Giornale, tra moralismi e condanne a Pasolini


Prosegue incessante la propaganda anti-gay lanciata da Il Giornale. Questa mattina sulle loro pagine è apparso un articolo anonimo che riprendeva una frase che sarebbe stata pronunciata da un non meglio precisato «deputato» nostalgico di quando i gay venivano arrestati o messi al confino. Si legge: «Muta col tempo, fino a capovolgersi, l'opinione dei moralisti tutti d'un pezzo che ieri condannavano per sodomia Oscar Wilde o Pier Paolo Pasolini e oggi sono in prima fila a sventolare la bandiera dei diritti per promuovere pederastìa e lesbismo con annessi e connessi matrimoniali. Vita difficile per chi rimane eterosessuale».
Un pensiero degno delle leggi omofobe russe e che, in poche righe, riesce a concentrare un numero impressionante di inesattezze: dall'idea che il riconoscimento di diritti vada a «promuovere» l'omosessualità, all'ipotesi che questi possano intaccare la sessualità o la dignità degli eterosessuali.
Curioso anche notare come l'editore che promuove questi finti moralisti sia lo stesso che sostiene che l'ex predente del Consiglio avesse pieno diritto di frequentare una prostituta minorenne (quando si dice un perbenismo opportunistico, ndr).
Non pago dell'articolo mattutino, il quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi ha pubblicato nel pomeriggio anche un sunto di un testo pubblicato sulla rivista dell'Università Cattolica di Milano, nel quale -manco a dirlo- si prendono di mira le adozioni gay.
L'articolo è volto a dimostrare che gli studi anglosassoni sull'argomento sono tutti errati dato che, per «un corretto sviluppo dell'essere umano» è essenziale che vi sia «il riferimento al padre e alla madre».
Insomma, la classica tesi sventolata ad oltranza dalla Chiesa Cattolica e volta a sostenere che le adozioni per le coppie gay non sia altro che un voler «anteporre i diritti dei genitori alle esigenze dei bambini» portando i piccoli ad avere una «nostalgia inconscia della famiglia classica».
Ben più interessante da capire, però, è il perché si una simile attenzione e di una simile propaganda da parte di un quotidiano così vicino ad una delle maggiori forze di governo... forse non troppo casualmente a ridosso di una possibile discussione parlamentare sull'argomento.
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