Il Papa: «Il problema è la lobby, non i gay»
A febbraio si parlò di una «lobby gay» che avrebbe condotto alle dimissioni di Benedetto XVI e a giugno si è vociferato di frasi attribuite allo stesso pontefice. Insomma, negli ultimi mesi si è detto e scritto molto, spesso sottolineandone l'omosessualità come se quella fosse la parte più scandalosa della vicenda. Anche parte del mondo politico ha preso a cuore quella definizione ed ha iniziato a parlare di fantomatiche «lobby gay» così potenti da essere in grado di condizionare ogni scelta del Paese (curioso, soprattutto considerato come non si stia riuscendo a far passare neppure una semplice legge contro l'omofobia, ndr).
Come un fulmine a ciel sereno, oggi Papa Francesco ha affrontato apertamente l'argomento con alcuni giornalisti ed ha dichiarato: «Si scrive tanto della lobby gay. Io ancora non ho trovato nessuno che mi dia la carta d'identità, in Vaticano. Dicono che ce ne siano. Ma si deve distinguere il fatto che una persona è gay dal fatto di fare una lobby. Se è lobby, non tutte sono buone. Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla? Non si devono discriminare o emarginare queste persone, lo dice anche il Catechismo. Il problema per la Chiesa non è la tendenza. Sono fratelli. Quando uno si trova perso così va aiutato, e si deve distinguere se è una persona per bene. Il problema non è avere queste tendenze, il problema è fare lobby: di questa tendenza o d'affari, lobby dei politici, lobby dei massoni, tante lobby... questo è il problema più grave».
Immediatamente in molti hanno iniziato a parlare di «un'apertura del Papa ai gay» anche se un po' di cautela potrebbe essere d'obbligo dato le prese di posizione che il Vaticano ha sempre avuto sul tema. Ma, anche procedendo con i piedi di piombo, un paio di spunti non passano sottovalutati: il papa ha detto che è meglio un gay di una lobby, così come ha rimarcato che i gay possono essere anche brave persone.
Un po' meno confortante è il riferimento al Catechismo della Chiesa Cattolica, nel quale si parla di omosessualità come di una «grave depravazione», un'«anomalia» ed un atto «intrinsecamente disordinato». Insomma, ben vengano le dichiarazioni odierne, ma forse è un po' presto per poter trarre conclusioni troppo ottimistiche.
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