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Il vescovo di Alcalá per la promozione delle "terapie riparative"

Sappiamo tutti che l'omosessualità non è una malattia (l'Oms la definisce una «variante naturale del comportamento umano») e che le fantomatiche "terapie riparative" sono inutili e dannose (spesso basate sull'auto-umiliazione e non certo su un cambio di gusti, non di rado circonducono a depressione e suicidi).
Eppure monsignor Juan Antonio Reig Plá, vescovo di Alcalá (Spagna), non ha dubbi nel ritenere che i suoi pregiudizi personali debbano avere la meglio sulle evidenze scientifiche. Ed è così che, in occasione della presentazione di un suo libro, ha dichiarato che le inclinazioni sessuali dei gay sono «oggettivamente disordinate» e che dev'essere ritenuto lecito far ricorso a tutti i mezzi possibili per correggerla.
Quando le argomentazioni a disposizione sono poche, è facile voler far ricorso ad un qualche nome che possa dar lustro al proprio discorso, ed è così che il monsignore ha pensato bene di introdurre il suo discorso asserendo che la Chiesa incoraggia «una terapia integrale secondo l'antropologia insegnata dal beato Giovanni Paolo II e che si occupa di tutte le dinamiche della persona».
Una volta citato il papa di prossima beatificazione, Reig Plá ha aggiunto che «la chiesa offre accoglienza, accompagnamento e sostegno spirituale a quanti provano tali inclinazioni, dal momento che l'attenzione medica, psicologica e psichiatrica non è di competenza della Chiesa», anche se «da sempre la Chiesa ha incoraggiato, nei limiti delle proprie possibilità, che comprovati specialisti in tutte le materie cliniche prestino le loro cure a quanti le chiedono liberamente, soprattutto se poveri e bisognosi; è quello che fa, per esempio, negli ospedali cattolici di tutto il mondo o nei Centri diocesani di consulenza familiare. Anche nelle sue università e nelle altre istituzioni accademiche, la Chiesa esorta gli studiosi a investigare in tutti i campi della scienza, inclusi quelli della psichiatria e della psicologia. Per questo alle persone che provano un'attrazione sessuale verso quelle del loro stesso sesso e che si rivolgono liberamente alle strutture ecclesiastiche, la Chiesa offre loro nelle parrocchie assistenza spirituale da parte di sacerdoti, catechisti e via dicendo».
Il discorso pare voler far credere ad un gesto di carità verso chi si presentano da loro «spontaneamente», peccato che non si spenda neppure una parola per disquisire del fatto che siano proprio loro a cercare di convincere le persone di essere "malate"...


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