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Patriarca: «Mettiamo dei paletti contro le nozze gay»

«Le moratorie, anche quelle sui temi etici, non fanno altro che rimandare i problemi. Mettiamo però dei paletti ben precisi, riconoscendo il valore principe del matrimonio fondato sull'unione tra un uomo e una donna, concetto che è alla base della nostra Costituzione». È quanto afferma il deputato Edoardo Patriarca (Pd) in merito alla richiesta di moratoria sui temi etici avanzata da Maurizio Lupi, Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Maurizio Sacconi.
Curioso è come non si faccia neppure finta di credere alla necessità di dare la precedenza ai temi economici (così come sostenuto dai colleghi dal Pdl), ma si affronti la questione dando per scontato che il problema siano i gay e i loro diritti. Il tutto con opinioni molto opinabili, a partire dal voler sostenere che il matrimoni uomo-donna sia il fondamento della Costituzione, mentre è stato più volte chiarito come le nozze gay siano sono pienamente costituzionali in base a quanto sancito nella nostra carta fondamentale.
In fin dei conti di matrimoni gay neppure se ne parla nel progetto di legge (l'estensione della legge Mancino riguarderebbe solo i crimini a sfondo omofobo) ma pare si preferisca mantenere la maggior distanza possibile. E questo senza pensare ai 350 emendamenti presentati, alcuni dei quali ipotizzano che la lotta dell'omofobia possa rappresentare un freno alla libertà di pensiero o di espressione (che in fin dei conti è già attiva da anni per quanto riguarda l'odio derivante da motivi razziali e religiosi) o che libererebbe la libertà religiosa (anche se l'insulto o l'istigazione alla violenza non sono certo libertà fondamentali da tutelare).
Forse la sintesi è più semplice del previsto: come si può sperare che un governo in maggioranza omofobo (a volte per convinzione, altre per servilismo verso i vescovi) possa varare una legge contro l'omofobia?


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