Il ministro dello sport russo su Sochi 2014: «Gli atleti gay dovranno rispettare la legge»
Nonostante le rassicurazioni in merito giunte dal Comitato Olimpico Internazionale, pare tutt'altro che chiusa la discussione che riguarda il trattamento che sarà riservato a spettatori ed atleti gay in occasione dei Giochi invernali di Sochi del 2014 dopo l'approvazione delle norme russe contro la cosiddetta «propaganda omosessuale».
Se qualcuno aveva ipotizzato che la legge potesse essere temporaneamente sospesa grazie agli ingenti interessi economici legati alla manifestazione, il ministro dello sport Vitaly Mutko (in foto) pare di tutt'altro avviso. In una recente intervista ha dichiarato che: «La legge non vieta un orientamento sessuale non tradizionale, ma ciò che implica una propaganda sui minori [...] Nessuno vieterà ad uno sportivo con un orientamento sessuale non tradizionale di andare a Sochi. Ma se scenderà in strada ed inizierà a fare propaganda, naturalmente sarà poi chiamato a dover rispondere delle sue responsabilità».
Da notare è anche come i funzionari russi usino assai raramente parole come «gay» o «omosessuale» nei loro discorsi, preferendo definire i rapporti fra persone dello stesso sesso con la dicitura «sessualità non tradizionale». Ma, tornando al discorso, il ministro lascia intendere che un atleta dichiaratemene gay come Matthew Mitcham potrebbe tranquillamente partecipare ai giochi, ma se decidesse di baciare il proprio fidanzato dopo la vittoria (così come avvenuto a Pechino 2008) per lui scatterebbero le manette. Allo stesso modo tutti i gay seduti sugli spalti dovrebbero fare molta attenzione a non mostrare il proprio orientamento sessuale per evitare multe, arresti o espulsioni.
Lo scorso mese una delle maggiori organizzazioni lgbt della Russia aveva lanciato un appello per chiedere che le Olimpiadi Invernali di Sochi non venissero boicottate, sostenendo che la partecipazione è il miglior modo per denunciare l'ingiustizia a cui i gay russi sono sottoposti.