Calcio inglese: lacci rainbow contro l'omofobia
Lacci arcobaleno alle scarpe per dire di no all'omofobia. È questa l'idea lanciata dall'associazione Stonewall alle centotrentaquattro squadre che militano in Premiership e nel campionato professionistico di Inghilterra e Scozia.
L'intento è quello di dimostrare che «i club e i giocatori vogliono davvero fare un passo in avanti contro l'omofobia lanciando un messaggio durante le partite dei nostri campionati». Secondo uno studio condotto dall'associazione, infatti, durante la scorsa Premier League, ben sette tifosi su dieci hanno udito insulti omofobi sugli spalti: indossare i lacci con i colori della bandiera gay potrebbe dunque essere un bel gesto per inviare «un messaggio di sostegno ai calciatori gay e finalmente il calcio verrà proiettato in questo secolo in cui viviamo».
Tra i primi aderenti c'è il centrocampista del Queen Park Rangers, Joey Barton, che ha immediatamente scritto un messaggio su Twitter per invitare tutti i propri colleghi a partecipare all'iniziativa. «La sessualità delle persone non dovrebbe essere un problema. Unisciti al movimento lacci arcobaleno» è stato il suo appello.
Oggi nessuno dei cinquemila calciatori che giocano nelle principali leghe di Inghilterra, Scozia e Galles è gay dichiarato (Robbie Rogers non viene conteggiato dato che gioca negli Stati Uniti) ad indicare come in molti ancora temano che una dichiarazione pubblica possa avere un impatto sulla propria carriera. In tutta la storia del calcio inglese solo Justin Fashanu si dichiarò pubblicamente gay nel 1997, suicidandosi poi sette anni dopo il coming out.
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