Decadenza di Berlusconi, la giunta prende tempo

Dopo la condanna definitiva di Silvio Berlusconi per frode fiscale ai danni dello Stato, l'Italia si è fermata ed il mondo politico ha passato l'intera estate ad occuparsi esclusivamente della sua salvaguardia, tra minacce, ricatti e termini che di certo non dovrebbero essere usati alla leggera (si va da «dittatura» a «guerra civile», passando per «complotto», «congiura» e «colpo di stato»...). E se solo un politico su dieci ha interrotto le proprie ferie per presentarsi in aula a votare i provvedimenti urgenti sul femminicidio, tutti si sono immediatamente attivati ed impegnati nell'improvvisarsi azzeccagarbugli alla ricerca di scappatoie, soluzioni o richieste di grazia.
Ma non solo. Nelle ultime settimane abbiamo anche visto Berlusconi pronto a firmare i referendum di Pannella per chiedere l'abolizioni di leggi approvate dal suo stesso governo, un ex-premier che ha denunciato l'Italia dinnanzi alla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, un esercito nato per difendere l'impunità di un uomo, aerei pro-Silvio che hanno sorvolato le coste italiane a Ferragosto, cartelloni pubblicitari di auto-ringraziamento e persone pronte a scendere in piazza per inneggiare alla santità di un politico (per non parlare dell'ormai consueta candidatura di Berlusconi al Premio Nobel per la pace, ndr).
L'ultima carta giocata sono le tre pregiudiziali (a cui si è tentato in extremis di aggiungerne una quarta) anche se nel 2010 era stato proprio il Pdl a votare compatto la norma (non a caso, il primo firmatario era nientepopodimeno che Angelino Alfano). Per onor di cronaca, va detto che quel giorno Berlusconi non ha premuto alcun pulsante dato che era assente, ma d'altro canto durante l'attuale legislatura è stato presente alle votazioni solo nello 0,37% dei casi.
Fatto sta che la Giunta per le Elezioni e le Immunità del Senato sta ora continuando a rimandare la questione senza pronunciarsi in merito alla sua decadenza e, conseguentemente, senza sancire se la legge italiana debba essere applicata anche a chi l'ha scritta o se esista una sorte di immunità per chi dice di sentirsi vittima di un'ingiustizia (al contrario di tutti gli altri condannati che, anche se si dichiarano innocenti, vedono la legge implacabilmente applicata nei loro confronti).
Curioso è anche come il Pdl continui a sostenere che certe leggi (come quella contro l'omofobia) non siano una priorità dato il periodo di crisi economica, pur garantendo una corsia preferenziale alle vicende giudiziarie di un un unico uomo (anche a costo di sospendere il dibattito sui disoccupati dell'Ilva, i quali dovranno umilmente attendere il proprio turno dato che i loro problemi possono attendere).


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