Arriva Tag, il festival della cultura lgbt
«L'omofobia è la paura e l'avversione irrazionale nei confronti dell'omosessualità e di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (lgbt). Trova terreno fertile nel pregiudizio, ed è per questo assimilabile al razzismo, alla xenofobia, all'antisemitismo e al sessismo. La discriminazione investe trasversalmente la nostra società, colpendo la scuola, il mondo dello sport e del lavoro. La quotidianità delle persone omosessuali e transessuali continua a subire, fin dall'infanzia, rifiuto, scherno e vessazioni. Essere bersaglio di un odio ingiustificato produce malessere, esclusione, disagio, perché l'omofobia può manifestarsi in modi molto diversificati, dalle offese verbali alle minacce, fino alle aggressioni fisiche». È questa la premessa che ha spinto Arcigay Ferrara verso una più ampia azione di prevenzione che porti a combattere l'omofobia e la transfobia attraverso l'educazione alla diversità. Un impegno sfociato nella realizzazione di "Tag", il festival di cultura lgbt che si terrà a Ferrara dal 4 al 6 ottobre 2013 (presso Palazzo della Racchetta, in Via Vaspergolo 6/a).
La manifestazione ospiterà così dibattiti, presentazioni librarie, performance, mostre di pittura, proiezioni, aperitivi musicali, cene spettacolo e rappresentazioni teatrali. Tra queste è già stato anticipato il tema dell'incontri in programma il 5 ottobre, un ricordo di Don Marco Bisceglia (in foto) fondatore di Arcigay. Già, perché non tutti sanno negli anni ottanta è stato proprio un Gesuita (guida spirituale a Lavello, in Basilicata) a dar vita all'associazione palermitana, nonostante ciò chi costò sospensioni e persecuzioni perché sacerdote omosessuale e promotore di battaglie a favore delle libertà individuali.
Scomparso nel 2001, sarà proprio la sua figura ad aprire un dibattito su chiesa ed omosessualità, andando a scrutare aneddoti e leggende legati alla vita del sacerdote, dal raggiro giornalistico che lo accusò di aver celebrato il primo matrimonio di coscienza tra gay (i due presunti innamorati erano in realtà Franco Jappelli e Bartolomeo Baldi, due giornalisti del settimanale di destra "Il Borghese" giunti in Basilicata con il preciso intento di incastrare il «prete comunista») all'esperienza politica al fianco di Marco Pannella, dal coming out all'attivismo tra le fila dell'Arci, fino all'amicizia con l'allora giovane obiettore di coscienza Nichi Vendola.
Leggi l'articolo completo su Gayburg